RICERCA ASTROLOGICA
Un grande fermento vi è nel mondo femminile. Molte sono le donne che ora rompono gli argini imposti da centinaia, forse migliaia, di anni dalla polarità maschile con cui invece dovrebbe integrarsi e insieme conquistare la pienezza dell’UNO, ma si sa, è la bipolarità che da sempre sembra governare le Leggi dell’Uomo. Destra e Sinistra si contendono l’ambito primato di far girare la Ruota che, in un senso o nell’altro, centrifugo e centripeto, descrive ogni cosa e in cui è la ciclicità che ne determina il divenire. Ed è proprio la ciclicità alla base del Femminile così come noi lo viviamo in questa nostra realtà. Il periodo fertile della donna si basa sul ciclo lunare, nell’istante stesso del primo mestruo ecco che la Luna dall’infantile non-tempo entra in un ritmo preciso scandito dalle sue fasi, luna nuova mestruo, luna piena ovulazione, quarti di luna periodo intermedio, in continua alternanza, e porta in dono a chi in un corpo femminile vive, la possibilità di vedere e percepire il mondo interno ed esterno attraverso un cangiante stato emotivo mai uguale a se stesso.
Ma per fare conoscenza con il trascendente Femminile non è con la Luna che percorreremo la Ruota Zodiacale, troppo mutevole è il suo volto per poter rappresentare la Grande Madre, Dea Trina matrice originaria della vita. E cosa impedisce a questo grande Archetipo di farsi palesemente presente nella nostra coscienza ed essere quindi da noi vissuto nella sua piena espressione? Perché il pianeta di recente scoperta che lo rappresenta non può essere nominato Proserpina, dea della Terra, ma deve echeggiare ancora una volta come una forza disgregante attraverso il suono del nome Eris, dea della discordia? Come non ricordare il pomo della discordia ricevuto da Venere, dea dell’amore e della sensualità femminile! Discordia, divisione, e quindi dualità, sembra che ancora, per qualche arcano mistero, il Femminile debba mantenersi frammentato in se stesso, spezzettato in tante piccole parti e privato della sua vera forza, come se quella sua profonda ferita infertagli in un tempo lontano non si dovesse mai rimarginare.
Il costante cambio di forma e di vestito della Luna sembra renderla oltremodo incostante, vulnerabile, incapace di mantenersi radicata ed è forse per questo che incontrandola nel nostro viaggio tra i segni, la troviamo sempre accompagnata dalle altre due dee che la sorreggono nella sua funzione di madre e sposa in cui lei si rispecchia. Nei due segni d’acqua Cancro e Pesci è con Venere, nei due segni di fuoco Leone e Sagittario è con Proserpina. Con esse però non può entrare in completa risonanza, non può amalgamarsi, troppo diverse sono le caratteristiche che le contraddistingue. Lei, la Luna è legata a quelle emozioni perennemente sospese in un mondo irreale e privato della parte terrena, ed è anche Maria vestita di bianco ed azzurro assunta nei Cieli, pura, candida senza peccato perché incapace di sentire la passione del corpo.
Nello Zodiaco la Luna è sempre contigua al Sole, nei doppi domicili di Cancro e Leone, nelle esaltazioni di Pesci e Ariete, in quelle B di Scorpione e Sagittario, insieme essi formano la coppia genitoriale ormai conclamata, appagata, in cui le due polarità maschile e femminile sembrano poter integrarsi. Ma ciò è solo illusione poiché non vi è dialettica né confronto ma un avvicendarsi di luce e ombra in cui, a turno, essi se ne concedono il dominio, la Luna diventa regina della notte e il Sole reggente del giorno.
Sono loro, i due luminari, che determinano il ciclo perfetto delle stagioni, delle lunazioni, in definitiva della vita sulla Terra senza però mai compenetrarsi una nell’altro e diventare Uno, non vi è fusione ma solo incessante alternarsi.
È l’altra Maria, Maria Maddalena vestita di verde e di rosso, la Madonna Nera di tellurica natura, che ci può riportare agli antichi splendori della Grande Dea poiché ultimo anello di una lunga collana di figure mitiche susseguitesi lungo lo scorrere del tempo delle varie epoche e che hanno rappresentato il grande Archetipo Femminile. Andando a ritroso incontriamo Persefone, Demetra, Iside, Isthar, mitiche figure tutte legate da un filo conduttore che le colloca a contatto con l’Ombra, è il Buio ove dimora la Dea nel suo aspetto più distruttivo perché divisa in due, la parte luce della Dea Bianca e la parte tenebrosa della Dea Nera.
La divisione tra luce e buio è avvenuta al subentrare dell’onda di Patriarcale natura, ma una e una sola è la Dea, e così deve ora ritornare ad essere per risanare quella ferita che ogni donna inconsciamente porta dentro di sé.
Per una legge perfetta che vede alternarsi la notte e il giorno, lo Yin e lo Yang secondo un modulo che si riflette nell’infinito piccolo così come l’infinito grande, la Grande Dea ha visto offuscare la sua luce dapprima brillante d’oro, poi d’argento per pian piano affievolirsi sempre di più fino a che non si è vista la sua essenza profonda, collegata alla forza della Terra, smembrata, derisa, soggiogata dalla supremazia maschile che l’ha relegata a un ruolo minore, costretta a dimorare nella parte più buia dell’anima e trasformata in dea ‘furiosa’ con una volontà distruttiva.
Facile è allora diventato non riconoscerne più la vera forza che ha come base, come input, l’accettazione della vita come ciclo perenne di nascita-morte-rinascita nell’incessante unione e divisione degli opposti, indispensabile quale fondamentale movimento creatore di vita. E’ l’eterno ruotare dell’Ouroboros, l’Anello-Serpente con cui si può giocare e trasformare in un serpente che si srotola e procede nel suo moto sinuoso, poiché aprendo il cerchio esso può diventare un’onda che perfettamente descrive la ciclicità.
Questo riconoscimento conduce verso la piena consapevolezza del Femminile quale scrigno prezioso in cui si compie il mistero della creazione, il crogiolo dove si consuma quel processo in cui ogni cosa perde la sua identità per assumerne un’altra, nuova e completamente diversa.
Nel nostro viaggio attraverso lo Zodiaco incontriamo altre due coppie di opposta polarità che proprio questo producono. Sono Venere/Marte, Plutone/Proserpina, che nella loro complementarietà vivono un vivace confronto, un dare e un avere in un rapporto davvero stimolante, tra loro non vi è quel matrimonio dettato da regole ferree ma sicuramente il desiderio di unirsi in un abbraccio e diventare uno. Si oppongono e si attraggono, si prendono e si lasciano, si accoppiano, creano, e si abbandonano a questa eterna appassionante danza. Venere e Proserpina diventano dunque la Coppa del Graal dove Marte e Plutone trovano il terreno perfetto in cui liberare, scaricare, depositare. Su come avviene questo ‘rilascio’ ci viene descritto e tramandato da miti, favole, antichi racconti di saghe dove dei e dee interpretano se stessi mossi da una Regia che sta al di là della scena. È questo il vero atto creativo che produce la vita come momento evolutivo.
L’unione dei due principi maschile e femminile è ben visibile nel disegno alchemico di Robert Fludd dove i due triangoli di luce e di buio si incrociano, si compenetrano e grazie alla loro unione si crea al centro un sole di radiante energia. La stessa immagine dei due triangoli isosceli incrociati si riproduce esattamente nello Zodiaco con le posizioni di Plutone e Proserpina.
E il Serpente compare nuovamente sulla scena quale grande simbolo di antica memoria che descrive il magnetismo e l’attività dell’energia sessuale, e poiché nulla si crea e nulla si distrugge, in realtà il Serpente rappresenta la TRASMUTAZIONE, processo energetico che avviene nel crogiolo-utero, contenitore capace di accogliere e permettere questa alchimia della vita.
Più di tutti è l’asse Toro/Scorpione che meglio descrive queste nozze alchemiche tra Plutone e Proserpina, dove la trasparenza della dialettica Saturno/Sole ci parla anche di un sacrificio che si consuma nella forma per dare un abito diverso alla sostanza. E sono le stesse sacre nozze che anche in noi possono avvenire tra la nostra parte maschile e quella femminile, lo Hieros Gamos, orgasmo cosmico che la forza dell’Eros produce nell’istante stesso in cui il Serpente si srotola dalla base della nostra colonna vertebrale, sua sede terrena, e prende la via del Cielo, ed è così che diventiamo noi stessi l’Albero del Mondo. Nella stessa dialettica in trasparenza tra Toro e Scorpione possiamo riconoscerci come ancorati nella nostra fisicità con le radici ben piantate attraverso Saturno e contemporaneamente aperti al cielo con le fronde che si aprono alla vibrazione dell’archetipo solare. Questo movimento ascensionale dell’energia vitale non è conosciuto solamente nella tradizione orientale, dove viene descritto come il risveglio di Kundalini, ma ben noto anche al popolo Maya e agli alchimisti della nostra tradizione mediterranea.
Interpretazioni di alcuni sogni
Sogno fatto il 27 marzo 2007 alle ore 4.00 di mattina di una giovane donna, Bilancia ascendente Cancro con Marte e Venere in Leone, Luna e Mercurio in Vergine..
‘Un grosso serpente mi dice che la persona che amo non fa per me e quindi di non frequentarla più. Molti altri serpenti più piccoli escono dalla Terra. Io non ne ho paura.’ Nel tema di questo sogno si intravede quello che poi questa giovane donna vedrà compiersi nella sua vita quando nuove conoscenze l’avrebbero portata al risveglio di una rinnovata passionalità e al tempo stesso all’apertura di nuove porte, interiori ed esteriori, sul cammino dell’acquisizione di una professionalità come terapeuta olisitica d’eccezionale bravura. La forza guaritrice della Terra, impersonata dai piccoli serpenti, ha dato quindi i suoi frutti così come il sogno l’aveva preannunciato. Tre dei quattro domicili di X-Proserpina, così come accade anche per i domicili di Plutone, sono stimolati dalla presenza di energie planetarie.
Esulano da questo gioco le due sedi Bilancia e Gemelli, segni d’Aria, che ben poco possono fare per radicarsi nella profondità della Terra e assaporarne il potere risanatore ribadendo così il loro ruolo di veicolatori, trasportatori dell’energia ma non di strutturatori.
La chiave di lettura di questo sogno è Venere in Toro che, stabilendo un contatto di empatia con Giove in Sagittario, ne amplifica la forza guaritrice che come un balsamo lenisce, conforta, allevia ogni dolore fisico e metafisico. Entrambi nelle sedi di Proserpina, ne assorbono la potenza sotterranea che nell’antico linguaggio veniva descritta attraverso il simbolo del Serpente, sopravvissuto fino ai nostri giorni nonostante il susseguirsi delle civiltà poiché così sembra tuttora venir rappresentata dall’inconscio attraverso il linguaggio onirico. Gli stessi due pianeti, Venere e Giove, formano legami significativi con i pianeti di nascita. Giove fa trigono a Venere radix in Leone, attivandone la capacità irradiante, e Venere in Toro attiva la Luna radix in Vergine con un trigono apportando alla persona l’input necessario per stabilire la giusta connessione con quella sua parte che risuona come forte valenza di terapeutica caratterialità. La Luna che nel sogno si trova in Cancro, nel tema di nascita si posiziona esattamente all’Ascendente quasi a voler significare che le forze profonde della Terra devono essere necessariamente portate in superficie e rilasciate nella propria vita quotidiana.
Sogno del 8 giugno 2007 alle ore 3,00 di mattina, fatto da una donna Vergine ascendente Ariete con Luna in Toro, Venere in Leone, Mercurio in Vergine, Marte in Bilancia. Questo è l’ultimo di una serie di sogni fatti in quel periodo in cui compare la simbologia del serpente.
“Vedo mia figlia avvolta da un enorme serpente bianco, rosso e arancione, e sta giocando con lui. Io non ho paura. All’improvviso mi dice che il serpente sta morendo ma comunque ancora vivo, prima di scomparire, le dedica una canzone”.
Anche in questo caso si tratta di una donna che si occupa della salute e opera come dottoressa. In questo sogno fatto a pochi mesi dal precedente, Venere si è spostata dal Toro al Leone.
La morbidezza emotiva del trigono tra Luna in Pesci e Mercurio in Cancro si traduce in un manto che avvolge la figlia fino a proteggerla, ma il manto è uno sgargiante serpente che riproduce il grande trigono tra i segni di fuoco in cui troneggia Giove che staziona retrogrado sui gradi dell’esaltazione di X-Proserpina, sorretto da Saturno a sua volta al trigono di un Plutone stazionante alla fine del Sagittario, e dall’incontrollabile Marte in Ariete all’Ascendente.
L’Ascendente Ariete si sovrappone a quello del tema di nascita, e nel grande trigono di fuoco si inserisce Venere radix che, retrograda, appare come l’imperatrice seduta sul suo luminoso trono in attesa di venire ‘accesa’ e riscaldata per poter meglio elargire le sue ricchezze. La Luna radix in Toro è lesa e usufruisce invece ora dei due sestili che il trigono del sogno tra Luna e Mercurio le donano, si attiva così la simbologia più profonda della forza della Madre che vede nel Serpente la sua più alta immagine frequenziale.
La trama di questo sogno sembra essere sorretta da Plutone e Proserpina che giocano tra loro e portano in evidenza la loro energia attraverso i pianeti più veloci. Il loro movimento diventa la canzone che il serpente dedica alla giovane, è il canto della Terra, quel suono che gli antichi ben conoscevano e che intonavano per ricongiungersi alla musica delle stelle.
Questi sono due esempi di riconnessione con la propria parte femminile più profonda dove più non esiste quella ferita che ha diviso in due la Dea catalogandola poi secondo due distinte linee di manifestazione.
L’energia di Eris ci mantiene nella dualità e nell’ormai vecchio schema mentale per cui ciò che non è ufficialmente avallato dal potere gerarchico, qualsiasi esso sia religioso o sociale, ci mantiene nel senso di colpa e del tradimento. Ancora una volta soggiogati e divisi, la dualità ci rende insensibili al richiamo della Terra che, essere vivente e madre, costantemente ci nutre.
Illuminanti sono in proposito gli studi di Giuliana Conforto, astrofisica e docente di meccanica quantica. Nel suo ultimo libro ‘Il Parto della Vergine’ racconta il mito di Eros e alla fine, quando descrive Psiche che torna dagli Inferi con lo scrigno da portare a Venere, si pone questo quesito ‘Che bisogno ha Venere, dea della bellezza, di conoscere il segreto di quella di Proserpina, regina dell’Ade? Psiche non resiste alla sua curiosità, apre lo scrigno e…cade svenuta. Soccorsa da Eros che la porta all’Olimpo, ritrova l’eterna unione con lui e….l’immortalità’.
Eris contrasta Eros che in modo naturale e spontaneo conduce alla creatività più profonda e mette in moto in noi quella forza del Serpente che collega la nostra parte cosmica con quella terrena, è così che entrambe ci possono ispirare e in noi respirare. Questo ci tramandano le Scritture, ma anche un noto studioso contemporaneo, profondo conoscitore delle antiche culture, spiega le stesse cose. È Drunvalo Melchizedeck, autore di ‘Il Serpente di Luce’, un libro che è stato pubblicato in ventinove lingue e distribuito in tutto il mondo in più di cento nazioni. In esso vi è descritto il movimento della kundalini della Terra e il risveglio della Luce Femminile.
È un testo che fa seguito al decennio in cui Plutone è transitato in Sagittario, sede dell’esaltazione di Proserpina e in un capitolo vi è descritto ‘il passaggio del potere dal maschile al femminile’.
Nella nostra epoca il Femminile si è presentato in svariate occasioni attraverso apparizioni che hanno indotto la sua vibrazione a radicarsi nella materia fisica attraverso l’acqua, di cui siamo composti per più del 70%.
Lo sgorgare dalla Terra di una fonte all’atto stesso dell’apparizione della Madre è il segnale di un cambio energetico tale da poter produrre un ‘salto quantico’ o, più semplicemente, un cambiamento di stato, quello che può produrre i cosiddetti miracoli. Una delle più note apparizioni è quella di Lourdes avvenuta per la prima volta l’11 febbraio 1858.
Il mondo ecclesiastico costituito da un potere patriarcale ne ha manomesso il messaggio vero e profondo poiché lo ha privato della parte più importante, quella che fa piena luce sul ruolo del Femminile nell’evoluzione di coscienza dell’umanità.
Pochi sanno che la Dea Madre non è apparsa ‘sospesa’ in una grotta bensì con i piedi ben piantati sulla terra, e che nell’apparizione del 25 febbraio ha ispirato Bernadette a ‘mangiare l’erba e bere l’acqua che lì vicino sarebbe sgorgata’ quale atto simbolico del nostro profondo legame con la Terra, al nutrimento e alla forza vitale che costantemente essa ci dona. Nel tema di quel giorno, il potere della Terra-Serpente è riconducibile a Plutone ai primi gradi di Toro, in quell’anno raggiunto da Giove. I due pianeti si sono posti come in attesa di quell’evento straordinario che si è prodotto poi in seguito con l’arrivo di Sole e Venere congiunti in Pesci e come per magia, o per miracolo, dalla terra hanno fatto sgorgare un’acqua dal grande potere curativo, capace di trasmettere alle nostre cellule un messaggio che vibra a una frequenza molto sottile. È un avvenimento che ha fatto seguito alla scoperta di Nettuno avvenuta una decina di anni prima, e si sa, ogni nuovo pianeta scoperto porta in regalo all’umanità anche nuove consapevolezze e nuovi territori di ricerca.
I tre segni d’acqua formavano in quel momento un perfetto triangolo. Saturno in Cancro avvalorava l’evento dandogli una struttura attraverso lo sgorgare di una nuova vena d’acqua, Nettuno in Pesci e Marte in Scorpione, nel loro regno, si sono resi depositari di un’acqua miracolosa in cui vi è registrata una vibrazione dall’alto valore terapeutico.
E di acqua è riempita anche l’episi, importantissima ghiandola endocrina che astrologicamente è ubicata in Toro, sede incontrastata di Proserpina. Molto interessante è il fatto che in essa vi sono bastoncini e coni che hanno una struttura simile a quelli contenuti nell’occhio. È il ‘terzo occhio’ di spirituale attività. Lo Zodiaco sembra dunque dirci che l’illuminazione e la piena realizzazione creativa dell’uomo, può avvenire solo se dapprima accettiamo la nostra fisicità nel pieno della sua bellezza, della sua sensualità e del suo piacere che avviene quando si ripristina il contatto emotivo e profondo con la Terra. Nella sua doppia natura terrena e spirituale, l’essere umano ha allora facoltà di produrre in se stesso le Nozze Alchemiche attraverso una perfetta chimica tra gli umori che il corpo secerne e la loro controparte eterica che dimora nel mondo invisibile, fatta di colori, suoni, immagini, emozioni, vibrazioni nitide che si incontrano se si percorre l’onda del Serpente risvegliato.
E perché dunque non vedere Maria anziché nell’atto di calpestare il serpente, in quello di palesare la sua forza vitale legata alla potenza che invece il serpente rappresenta, e implicita nel fiorire della sua bellezza terrena?
Maria Maddalena, la Madonna Nera col Bambino, viene rappresentata all’atto di palesare nella sua mano la Terra, il pianeta azzurro reso tale dall’influenza della Luna che con la sua forza di attrazione mantiene le acque sulla superficie. Ed è così che attraverso l’apporto lunare, la Terra, umida, si fa Amante e poi Madre.
LB