di Maria Caterina Filippone
È da poco accaduto il passaggio del Sole in Bilancia, fine dell’estate e inizio dell’autunno. Il giorno dell’Equinozio è stato il 23 Settembre alle ore 10,22, per le nostre latitudini. Da quel momento in poi le ore di luce iniziano a diminuire progressivamente, lasciando posto al buio, fino al 21 Dicembre. E questo accade tutti gli anni, è vero. Ma l’energia di quest’anno è particolare. Infatti l’autunno inizia con un sestile perfetto di Saturno al Sole e al Nodo. Non voglio dire che sia straordinario che Saturno e il Nodo, siano in sestile, voglio dire che è straordinario che avvenga proprio in prossimità dello Equinozio. Infatti i due si incontrano proprio nel primo grado, Saturno del Sagittario e il Sole e il Nodo della Bilancia. A titolo di curiosità sono risalita fino all’anno 0 senza riscontrare questa particolare configurazione. Nella simbologia zodiacale il Sole riguarda l’individualità e il Nodo Nord il Darma, Potrebbe dunque significare che è tempo per tutti gli individui di entrare nel proprio Darma, secondo le leggi di questo periodo e di questo Segno magari perché la consapevolezza solare diviene il veicolo per illuminare la strada da percorrere? O molto più semplicemente il Darma di ciascuno viene riconosciuto nell’ambito delle relazioni e del confronto, al fine di strutturare la propria personale evoluzione. Il segno della Bilancia è, infatti, il segno della relazione, è il segno in cui l’io si confronta con l’altro, interagisce con qualcun altro al di fuori della propria famiglia di origine. E il segno in cui la spinta vitale dell’io esaurisce la sua corsa di sperimentazione dei propri spazi, conosciuti e delimitati, stabiliti dai primi sei segni e muove i primi passi verso l’indipendenza (Capricorno) e la fine del ciclo (Pesci).
Si può dire che sia un momento di inversione di marcia, non perché si torna indietro ma perché si accresce quanto sperimentato in precedenza. Ecco che la vicinanza del Sole al Nodo Nord – Darma assume una dimensione unica, se in più lo si collega al sestile perfetto con Saturno, il guardiano della porta del Karma, nel segno del Sagittario. Il Sagittario è un segno di miglioramento, è un segno di speranza e di apertura, dopo la morte nello Scorpione, passiamo alla ripartenza, al movimento, poiché il Sagittario è un segno di crescita e di espansione. Negli anni precedenti la permanenza di Saturno in Scorpione ci ha costretti, volenti o nolenti, a rimestare nelle nostre insoddisfazioni, nelle nostre zone d’ombra e ci ha accompagnati in un processo di consapevolezza, più o meno dolorosa, rispetto ai nostri disagi. Abbiamo potuto osservarli e toccarli con mano per poi subirli o gestirli in modo più cosciente.
Ma ritorniamo alle energie particolari di questo equinozio. Nello specifico ci troviamo con una Luna in Capricorno in conflitto con Giove e Urano e con un Sole, appunto in Bilancia, ma congiuntissimo al Nodo Nord (Darma) e Luna Nera, oltre all’ascendente Scorpione, per le nostre latitudini. Nelle ultime settimane ci sono stati questi due grandi cambiamenti, che l’Equinozio ci presenta come argomenti fondamentali, si tratta di Giove che è nei primi gradi della Vergine oltre al già citato Saturno al primissimo grado del Sagittario. Giove è in conflitto con la Luna e anche in stretta opposizione con Nettuno. La Vergine, segno che ospita Giove riguarda i confini, i limiti mentre Giove è il pianeta dell’espansione, dunque la giovialità fa fatica ad esprimersi o meglio deve essere espressa in modo limitato, perché? Perché l’opposizione di Nettuno dai Pesci ci impone un contatto con la spiritualità, con la trascendenza e perché questo avvenga ci limita nelle possibilità di goderci (Giove) il quotidiano (Vergine).
In altri termini, potrebbe accadere che o, laddove siamo insoddisfatti nella nostra vita contingente, sentiamo amplificata l’insoddisfazione, o fattori esterni non ci permettono di farci tranquillamente i fatti nostri! Deve essere ben chiaro che la materia limita lo spirito, quando se ne appropria e non ne permette la manifestazione semplicemente in quanto contenitore, dunque la trascendenza, come l’oceano, goccia a goccia ci bagna e ne diviene nutrimento o assillo… Possiamo affermare che siamo chiamati a constatare i nostri limiti affinché la trascendenza possa manifestarsi. Naturalmente la Luna in aspetto dissonante con Giove ci aggancia a meccanismi di paura che non ci fanno sentire al sicuro e ci vogliono sulla difensiva e nella chiusura che ben si associa a questi limiti. La Luna potrebbe riproporre responsabilità e situazioni a noi vicine piuttosto difficili, piuttosto che paura della separazione.
Sul piano di crescita sono da riconoscere le paure come retaggio di memorie ereditate e introiettate come insormontabili, pena l’esclusione. La materia del Capricorno è una materia aspra e complessa che si evolve nelle prove più dure. Dunque ora siamo pronti a strutturare i nuovi obiettivi verso cui rivolgere la nostra attenzione, dopo aver fatto la giusta pulizia, dopo aver seppellito i nostri morti… Saturno ci darà qualche anno di tempo purché siamo disponibili ad andare avanti, ad andare oltre, ad uscire dalla stasi degli ultimi tre anni circa. Ci vuole tutti a scuola, pronti ad apprendere il modo giusto per rintuzzare il nostro fuoco interiore, quello che credevamo di aver perso definitivamente, nella lunga e complessa morte dello Scorpione.
Come ho detto, questo è l’inizio, il tempo ce l’avremo, ma l’inizio è una nascita, è un battesimo, una inaugurazione e lo sappiamo tutti quanto sia importante partire col piede giusto. Il dialogo tra Giove e Saturno è indiretto. Per ora non formano aspetto tra loro, ma Saturno è a casa di Giove. Saturno è ospite di Giove, vale a dire che per potersi esprimere deve fare i conti che Giove richiede. In termini astrologici Giove è un pianeta di confine tra i valori personali ed i valori collettivi. Perciò non si può pensare che l’evoluzione di Saturno sia possibile senza l’ascolto di Giove che è il suo padrone di casa. Il malessere di Giove condiziona e limita Saturno. Giove in Vergine mi fa pensare ai valori spirituali, ridotti a pure regole teoriche, ad una morale assodata eccessivamente limitativa da non riuscire ad essere applicabile, ad imposizioni che si basano su teorie moraliste e di facciata che annebbiano i valori trascendenti. Questi meccanismi malandati e distorti ci hanno reso fittizi, massificati nel “mal comune mezzo gaudio” ed ora vanno affrontati, affinché questo passaggio di Saturno ci accompagni verso una crescita autentica e non formale. Possiamo fare due ipotesi o ci lasciamo limitare dal conosciuto e ci lasciamo vincere dalla paura e allora Saturno struttura i nostri piccoli fanatismi di massa che ci fanno sentire al sicuro; o entriamo nell’ascolto del disagio che proviene dal limite in sostanza lo elaboriamo (Vergine) e dal processo elaborativi estraiamo le risorse che ci occorrono per salire, magari nudi e soli, verso obiettivi cui aneliamo dal profondo dell’anima. Così i valori sagittariani vengono riconosciuti ed integrati e il Giove confinato nel contingente diventa un attento alchimista che estrae il meglio da una materia altrimenti troppo limitata e sofferente . Solo nella fiducia che, pur nella limitazione o proprio nella limitazione virginea, il riscatto sia possibile riusciremo ad innalzare il valore di Giove. E questa fiducia magari apre alla speranza che pure se siamo formichine, la nostra scintilla divina è importante ed un esercito di formichine ha un peso rilevante anche nell’Universo. Prima ho scritto che Giove e Saturno per ora non fanno aspetto fra loro. Per ora. Tra qualche mese i due si incontreranno in una quadratura precisa, riflettiamoci, perché allora facilmente saremo sotto esame….
L’Equinozio già ci anticipa l’esame, con la sua congiunzione precisa di Sole Nodo e Lilith e a questo punto cerchiamo di elaborare. La congiunzione si trova nel segno della Bilancia come ho scritto, nella prima decade, sotto la signoria di Venere, archetipo dell’amore. E la Venere dell’Equinozio è in Leone in fantastico aspetto con Urano in Ariete (trigono perfetto). È mia opinione che il passaggio di Urano in Ariete abbia aperto ufficialmente la nuova Era. È risaputo che Urano rivoluzionario, spacca, attiva, dinamizza e, nel segno dell’Ariete, la sua energia irradia e attiva il senso dell’IO. Guarda caso proprio quell’IO massificato e incastrato in schemi di gruppo che, invece di rispondere al proprio Sé individuale, magari è abituato a rispondere ad una maschera esteriore che riveste un ego formale, figlio delle abitudini familiari e sociali. Negli ultimi tempi Urano ha ricevuto da Plutone una quadratura, dal Capricorno, durata quasi due anni. In questo tempo i valori uraniani innovativi si sono confrontati e scontrati con i valori plutonici del vecchio potere costituito; ne è derivato un periodo piuttosto pesante in cui il vecchio modo non funziona più e il nuovo fa fatica a decollare. Ora noi siamo qui, proprio al nastro di partenza e questo aspetto di Urano a Venere, che è durato parecchio, in quanto Venere si è posta in moto retrogrado, propizia e favorisce il decollo del Sé nel rispetto e nel riconoscimento della propria individualità autentica, quella che abbiamo appreso ed imparato a coltivare nella nostra vita. Dove ci troviamo rispetto ai valori di Venere – amore? Siamo asserviti al concetto di una relazione che ci vede leader o feriti, o siamo nell’ascolto della nostra essenza, quella che cura le ferite, ma mostra la verità? Chiariamo il concetto. Questo aspetto mette in luce le dinamiche della relazione, dunque o siamo disposti a guardare in faccia la realtà, con quello che comporta o l’equilibrio tra l’amore per l’altro e per noi stessi ne risulta impari e ci mostra quando la nostra felicità dipenda dall’apprezzamento dell’altro. Possiamo dire che l’amore per noi stessi lo possiamo verificare solo nella relazione. Non è possibile specchiarsi senza uno specchio e l’altro è il nostro specchio. Nel segno della Bilancia l’io diviene il noi, allora è facile pensare che nell’integrazione con l’altro incontriamo e viviamo il nostro Darma. Un Darma che si incontra nella relazione tra il proprio maschile e il proprio femminile integrato o dissociato e che si riflette sul rapporto con l’esterno. Guardando il grafico dell’Equinozio l’accento è messo su un riequilibrio necessario per strutturarsi e spingersi oltre. Dovremo renderci conto che alcune cose sono strutturabili, altre non più e dovremo fare i conti soprattutto con le nostre paure mentali del giudizio e del rifiuto. Il mentale che ci è servito per apprendere e interagire non funziona più, ha preso potere sulla libera espressione dell’io, questo confine và superato. È un passaggio non semplice ma è indispensabile capire col cuore, non più con la testa e su questo Urano è tassativo. Probabile che questo renda dignità e giustizia al grande quadrato epocale che ho citato prima tra Urano e Plutone. Il passato non molla il potere al presente a patto che non ci sia chiarezza e verità, o meglio le ombre del passato ci rincorrono e ci riprendono, solo fino a quando non le sapremo guardare con il coraggio che viene solo dal cuore. Non voglio dire che sia l’Equinozio il raggiungimento di tutti questi obiettivi, voglio dire che in modo simbolico è il momento per guardare dentro sé stessi, per seguire insomma il processo della natura. Da qui trarremo poi i frutti della primavera, quando la luce riprenderà la supremazia. Allora il nostro attento esame su noi stessi ci permetterò di crescere, esattamente come le piantine che vedremo sbocciare
Maria Caterina Filippone mariafil@libero.it