di Maria Filippone
Sta scritto nel “Trattato dei Sette Raggi” di Alice Bailey a proposito della Luna in Scorpione: “… simboleggia tutto ciò che è morto. Rappresenta la personalità che, nella vittoria finale conseguita in Scorpione è completamente conquistata e vinta. Il desiderio muore, poiché per suo mezzo appunto, la personalità ha mostrato vita, qualità ed appartenenza….L’immaginazione spirituale, facoltà di massimo valore per l’uomo, comincia a prendere il posto delle antiche illusioni con le quali abbiamo fabbricato il mondo falso in cui crediamo di vivere, muovere ed essere…l’ambizione è sostituita dall’abilità direttiva dell’anima, mentre i desideri, le antipatie e le simpatie personali sono trasmutate nel pertinace volere dell’anima.” È questa una spiegazione complessa di quanto si manifesta nella Luna in Scorpione in senso iniziatico. E poiché il novilunio in Scorpione ha sempre a che fare con il momento di massima interiorizzazione delle informazioni, mi sembrava indicativo. In Scorpione troviamo l’energia rigeneratrice e feconda dei processi distruttivi. Allora i due luminari che si trovano insieme in questo segno stimolano questo processo portando l’inconscio ed il conscio a comunicare, ad allinearsi, affinché il sentire e l’agire possano trovare una sintonia. È significativo che il Novilunio avvenga proprio nel 4° grado del segno, esattamente di fronte ad Urano che si trova, appunto a 4 gradi del Toro. Quindi se inseriamo il principio di Urano al processo di trasmutazione simboleggiato dallo Scorpione ecco che, viene facile capire, che siamo di fronte ad un processo obbligatorio e perentorio (per via dell’opposizione) con cui dobbiamo fare i conti. Nel periodo dello Scorpione la natura è in fase di degenerazione, tutto si disgrega mentre la luce è costretta sempre più a cedere posto alle tenebre. Questa disgregazione è però in funzione di una nuova aggregazione che si prepara a livello embrionale. Tutti sanno che il segno dello Scorpione riguarda la morte e la rinascita. È tempo di interiorizzazione, di ripiegamento su sé stessi per entrare in contatto con le ombre e, se ripiegamento su sé stessi, è tempo di contattare le nostre ombre, meglio per noi se consentiamo a queste di poter affiorare, senza metterci giudizio, il processo può risultare meno difficile. Il Sole vicino alla Luna ci permette una visione interiore, una chiarezza che viene dall’interno, con la quale potrebbe esserci data l’opportunità di integrare le nostre mancanze, in modo da affinare la percezione del nostro essere. L’essenziale è affrontare ed accettare la paura della fine del ciclo. In questo segno, gli antichi celti mettevano la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo anno, che coincideva con i giorni tra fine Ottobre ed inizio Novembre, denominato da loro Samhain. Etimologia che porta la radice di summer, estate, dunque fine dell’estate. Questo periodo corrispondeva al momento in cui il terreno veniva preparato per il nuovo ciclo, alla fine di tutti i raccolti. Credo sia un bene mettere l’accento sulla preparazione del terreno al nuovo ciclo, perché di questo su questo ci dobbiamo focalizzare, anziché rammaricarci per il ciclo che si è appena concluso. Certo, è normale e corretto riconoscere e onorare il vecchio da cui proveniamo, ma è tempo di consentirne lo sgretolamento e di immolarlo al nuovo ciclo. Dunque questa Luna Nuova ci conduce per mano, con occhi bendati, in questo labirinto arcano dalle cui forze, assumerà sembianze il nostro divenire. Potrebbe equivalere a ritirarsi in una fucina nella quale ricrearci, avendo a disposizione gli elementi per farlo. Ecco ben rappresentato il principio dell’esaltazione di Mercurio in Scorpione. È la facoltà di intelligere in senso più ampio che avendo a disposizione le nozioni necessarie ne trae conoscenza, non più solo comprensione o informazioni. Dunque porta le informazioni e la comprensione a livello di cuore (Sole), infatti non si deve dimenticare che nello Scorpione troviamo la trasparenza del Sole. La congiunzione tra Sole e Luna avviene nella prima decade, domicilio di Plutone, il quale continua la sua opera di rigenerazione nel segno del Capricorno. Il messaggio di Plutone in Capricorno è veramente profondo ed arcano, una forza in grado di spaccare le montagne per il proprio scopo (evoluzione della specie?), una forza che sgorga dall’interno, la stessa forza da cui proviene la nostra vita, essendo Plutone il principio maschile arcaico. Una forza che degenerando si autoalimenta fino a raggiungere il punto massimo di dissoluzione per poi, alfine, risorgere come l’araba fenice, che ben lo rappresenta. Parliamo di una rigenerazione che lavora nella struttura, nelle radici e nei limiti. E su questo il discorso può essere lungo e complesso. Semplificando possiamo dire che il Capricorno è il segno della crescita, dell’autonomia e della spinta verso le alte vette e la presenza di Plutone ne promuove e ne enfatizza il progetto, a partire proprio dalle profondità che il pianeta simboleggia. La prima immagine che mi viene è che fin dalle profondità del nostro essere (Plutone) si percepisca la spinta ad una crescita individuale (Capricorno). Una sorta di liberazione dalla schiavitù della materia, che il Capricorno rappresenta come ultimo segno di terra, quello che ha il compito di affrontare la prova iniziatica di spoliazione dell’inutile. Andare all’essenziale, allora andare alla propria essenza di Essere Umano, in cammino evolutivo nel processo attuale di incarnazione terrena.
Maria Filippone, 28 ottobre 2019
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