I Dodici Sensi e lo Zodiaco

Percorrere le vie del Cielo è sempre stato per l’essere umano una sostanziale necessità per poter sintonizzarsi con i ritmi della Terra indissolubilmente connessi a quelli cosmici.

Per secoli e millenni le antiche civiltà basavano ogni attività umana su questa perenne ciclicità celeste poiché conoscevano perfettamente le rotte percorse da stelle e pianeti, così come i loro cicli, da quello velocissimo della luna a quello millenario della precessione degli equinozi, a quello ancora più lungo che vede il nostro sistema solare ruotare attorno al centro della galassia.

Gli edifici sacri, e a volte intere città, venivano costruiti in base al movimento del sole e ai moti planetari che costituivano, e ancora costituiscono, la base del divenire. In questo infinito mare cosmico non esiste staticità, tutto è in costante dinamismo, ora come allora. La Terra, e noi con essa, partecipa a questa immutabile danza che crea mondi, differenti nelle dimensioni ma assolutamente identici nella loro essenza, microcosmo e macrocosmo si specchiano uno nell’altro e insieme perpetuano la vita.

Noi uomini moderni, imbevuti della più alta tecnologia, abbiamo perduto il piacere di assaporare questo divenire nella sua sostanza, che in ogni caso ci appartiene e fa parte di noi, è nella nostra memoria cellulare, costantemente ci sostiene nelle nostre attività quotidiane, anche se noi non ne abbiamo consapevolezza.

A volte avvertiamo un indistinto, profondo e ingiustificato senso di separazione come se fossimo stati abbandonati a noi stessi, in realtà questo accade quando interrompiamo il dialogo e il collegamento con la nostra parte celeste.

Miti, fiabe e leggende non fanno altro che tramandare quelle antiche conoscenze astronomiche, oggi confermate da scienziati e studiosi, che ci collegano al cosmo e ci fanno capire, tramite un linguaggio simbolico e non mentale, quanto noi siamo partecipi di questo costante fluire e di quanto esso viva in noi.

Osservando l’incessante movimento dei pianeti entro la griglia zodiacale, possiamo cercare di interpretare il divenire della nostra vita, fisica, psichica, spirituale e dare un senso agli eventi di cui facciamo esperienza.

E lo scandire degli anni che determinano il corso di una vita qui sulla Terra è dato dal movimento del Sole lungo l’eclittica dello Zodiaco, la parola Zodiaco è di origine greca e traducibile con ‘Ruota della Vita’. Il Sole percorre l’intero Zodiaco nell’anno solare di 365 giorni, la sequenza dei dodici segni zodiacali che si snoda tra Ariete e Pesci rappresenta dunque la Natura nel suo ciclo annuale dei dodici mesi, dall’osservazione delle caratteristiche della natura nelle sue trasformazioni mensili hanno origine le differenti attribuzioni caratteriali di ciascun segno. L’anno solare, come ogni ciclo, passa attraverso quattro momenti più importanti in questo caso rappresentati da solstizi ed equinozi.

Questi segni che sottolineano il cambio stagionale sono i cardini del ciclo annuale del Sole e rappresentativi dei Quattro Elementi, Fuoco Aria Acqua e Terra che, procedendo secondo un moto temporale ‘a spirale’ creano la Quintessenza, Forza Invisibile che alimenta ogni cosa.

I Quattro Elementi si susseguono nella ciclicità stagionale attraverso lo Zodiaco, ogni segno astrologico è collegato a un mese specifico, a uno specifico elemento e a uno dei dodici sensi, sì, perché i sensi dell’uomo sono dodici e in questo momento storico di grandi trasformazioni, occorre divenirne consapevoli per ampliare la nostra percezione. Sarà questa percezione amplificata che ci permetterà di sviluppare altri filamenti del nostro DNA e assecondare così il disegno divino, il Progetto del Grande Architetto che prevede l’evoluzione nostra, del sistema solare e del cosmo tutto cui apparteniamo esattamente come una cellula pulsante di vita appartiene al nostro corpo.

L’abbinamento dei dodici segni ai dodici sensi è basato sul principio di ANALOGIA, principio di cui si avvale ogni linguaggio simbolico per interpretare il rapporto tra visibile e invisibile. Nel processo di lettura analogica entrambi gli emisferi cerebrali sono operativi, non prevale né l’intuizione né la ragione ma insieme esse operano per dare corpo e voce a ciò che altrimenti non potrebbe essere spiegato o chiarificato. Vorrei qui sottolineare che questo abbinamento tra segni zodiacali e sensi umani non è riconducibile ad alcuno studioso ma frutto della mia personale esperienza, umana e astrologica.

La Terra è immersa nell’incessante movimento celeste in cui è partecipe come co-protagonista insieme a tutti gli altri Pianeti del sistema solare. Il Sole a sua volta è in relazione con altri sistemi stellari e galassie. Incessante è questa danza che vibra secondo una perfetta ritmicità cosmica. Tutto vibra in questo mare cosmico in cui il vuoto non esiste. Noi, imbevuti di queste frequenze stellari, ne siamo partecipi e, anche se inconsapevolmente, il nostro esistere qui sulla Terra le modella secondo ciò che emaniamo. Distribuire equilibratamente il vortice di energia che la Terra produce nell’arco di tempo del suo doppio movimento di rotazione e rivoluzione attorno al Sole è compito della Luna, che convoglia su di sé la forza vitale solare e saggiamente, come un trasformatore di corrente, la ridistribuisce sulla Terra secondo tempi e modi dettati dai cambi stagionali.

PESCI e ARIETE

PESCI – LA VISTA

Ed è proprio la Luna, che trova la sua esaltazione nel segno dei Pesci, a rendere questo segno estremamente reattivo agli influssi provenienti dal cosmo. Pesci è l’ultimo segno della sequenza zodiacale e per questo motivo esso ‘si affaccia’ sull’infinito che, se non sappiamo coglierne la bellezza e la magnificenza, può far nascere in noi un senso di inquietudine diffusa e non motivabile, producendo quelle paure dell’invisibile che si riassumono nella paura della morte in quanto cambiamento certo e definitivo di cui, normalmente, non possiamo prevederne tempi né modi se non in casi estremi in cui interrompiamo volontariamente il filo d’oro e d’argento, cordone ombelicale che mette in collegamento la nostra parte terra e la nostra parte cielo permettendoci l’esperienza terrena. Nel naturale svolgersi del viaggio della nostra vita è previsto un inizio e una fine secondo un moto ‘circolare’ in cui i due estremi si congiungono. Ciò che noi abbiamo perso è la visione precisa del nostro venire alla luce qui nella tridimensionalità e quindi non riusciamo neppure a ‘vedere’ la nostra uscita dalla ruota del tempo terreno. Spesso ciò che non vediamo ci crea inquietudine a volte anche molto profonda, e la paura della morte spesso si traduce nella paura della vita, paura del domani, paura di esprimere la potenza della nostra essenza luminosa che dal nostro centro ci guida e ci nutre. Ora in Pesci sta transitando Nettuno che vi rimarrà fino al 2025 decretando un periodo di grandi cambiamenti, non solo a livello sociale, ma prima di tutto individuale, poiché esso dà voce all’anima e trasforma la nostra visione del mondo.

Ho attribuito il senso della VISTA al segno dei Pesci perché la vista fisica non è più sufficiente alla nostra evoluzione che prevede l’accensione di nuova capacità per sperimentare ciò che viene definita ‘ascensione’, salto quantico che ci rivelerà la nostra natura di esseri multidimensionali e ci permetterà di trascendere in seno alla materia. La vista eterica ci può disvelare i segreti, o ciò finora ritenuti tali, della nostra natura divina, rivelarci che siamo parte di un Tutto e che il Tutto è in noi. Attivandola saremo in grado di ‘vedere’, o percepire meglio, tutti i movimenti energetici, l’aura, gli elementali di natura, le infinite immagini archetipiche e le nostre Guide, i cui colori e forme sono posizionati negli infrarossi e ultravioletti, oltre lo spettro dei colori percepibili dalla vista fisica. Non avremo così più alcun motivo di avere paura, di temere la morte poiché, se in ascolto di noi stessi, avremo la certezza di essere in costante collegamento con la Vita.

 

ARIETE – SENSO DELL’IO

Ariete, segno di forza e vigore! Quanta energia in questo segno che dà il via alla scansione temporale delle stagioni! Siamo al punto di equilibrio tra luce e ombra, in un momento di tempo sospeso così come avviene all’alba quando le tenebre si dissolvono con l’aurora. Ad ogni equinozio di primavera la Natura riceve un’iniziazione, esce da una fase di non definita ‘identità’ all’apparenza completamente addormentata e silente, per ottemperare al desiderio della Terra di rinnovata vita dove ogni vegetale preme per manifestarsi secondo una forma precisa, una specificità che gli è propria.

Nel corpo umano Ariete rappresenta la testa, ed è con quella che ci presentiamo al mondo quando veniamo alla luce, decretando così anche la nostra presenza nell’incessante flusso con cui, di generazione in generazione, la Vita si garantisce la continuità sulla terra.

Il segno dell’Ariete ha quindi in sé il senso d’identità e per noi, esseri umani, il SENSO DELL’IO. Il mutamento che sta avvenendo ora nel percepire noi stessi, è dovuto principalmente a questo segno in cui da qualche anno sta transitando Urano, pianeta che ci sta letteralmente ‘obbligando’ a fare dei passi di totale revisione di noi stessi poiché molte dinamiche nel rapporto con gli altri non funzionano più, o meglio, producono solo scontri, conflitti e mal comprensioni. Nell’evoluzione della coscienza, Urano in Ariete ci sta traghettando dall’ego all’essenza trasformando completamente il nostro senso dell’Io. Riducendo in frantumi tutti i muri edificati dall’ego per proteggersi da eventuali ‘attacchi nemici’ altrui e convincendolo a deporre le armi dell’aggressività, esso ci apre il varco verso la scoperta di ciò che siamo realmente, alla nostra vera identità finora sconosciuta poiché coperta da innumerevoli strati di antichi e vincolanti condizionamenti. Da guerrieri che combattono lotte fratricide a guerrieri di ‘luce’, questa è la via. Noi siamo essenze di luce in divenire, e il nostro nuovo senso dell’Io ce lo farà ben comprendere e assaporare nella realtà.

TORO e GEMELLI

L’universo è vivente, nulla vi è di statico, tutto diviene secondo un preciso disegno di cui ne è l’artista la Cosmica Coscienza, energia creatrice che di civiltà in civiltà assume nomi differenti adattandosi al tempo e al luogo in cui i diversi popoli prendono la loro collocazione terrena. Nominare questo Principio immutabile, che osservando e sperimentando se stesso diviene, è per noi esseri umani assolutamente necessario per agire e fluire secondo la sua onda creatrice, e per non sentirsi da Lui separati. I nomi che hanno racchiuso questo Principio nascono dalla pura sostanza cosmica che si condensa in un Suono, un suono sacro. Il comandamento ‘non nominare il nome di Dio invano’ da questo deriva. Ogni nome che attribuiamo alla Coscienza Creativa è sacro e ci appartiene poiché diventa materico attraverso un suono che ci attraversa, ci ispira e a cui diamo forma. Sintonizzandoci sulla sua frequenza entriamo in collegamento diretto con l’energia cosmica del Logos Solare. Ogni pianeta, stella, asteroide e galassia di questa energia vibra e da essa si lascia condurre, tutto è roteante attorno ad un asse centrale, sprigiona l’energia che gli è propria e che si accorpa con quella degli altri producendo la vita. Questo modello è universale, percorre l’universo di cui noi siamo parte integrante e integrata, noi siamo l’uni-verso e verso-l’Uno tendiamo. Tutto è Uno alimentato da questo principio d’Amore cosmico divino.

Ogni cosa vivente ha dunque il suo asse centrale e portante, la Terra, pianeta madre su cui noi abitiamo, ruota attorno al Sole ma prima di tutto ruota attorno al suo asse inclinato rispetto all’equatore celeste di circa 23°. Anche noi abbiamo il nostro asse che ci permette di assumere la postura eretta e, allargando le braccia, possiamo formare una croce, la croce dell’esistenza il cui centro è il nostro cuore. Quando il nostro cuore si apre all’amore, ci colleghiamo empaticamente al cuore di chi ci sta vicino e al cuore stesso della Terra, in quell’istante preciso siamo in comunione con il Centro dei Centri, con la Sorgente da cui tutto nasce e a cui tutto ritorna: la Coscienza Cosmica Divina.

Essere al centro di se stessi significa aver compreso che la separazione e il senso di solitudine che poi ne deriva, è solo il prodotto dell’azione mentale che asseconda i meccanismi dell’ego personale e lo rende gonfio di sé nell’illusione di essere unico, di essere il primo, di aver sbaragliato gli avversari ed essere il vincitore su tutti, ma questa è pura illusione! L’ego ci rende separati dal Sé, Fonte creativa del Logos Solare. Tutto il lavoro che stiamo facendo in questo grande momento storico di evoluzione terrestre e planetaria, a cui abbiamo ampiamente aderito quando abbiamo scelto di nascere ora, è lo spostare l’ago della bilancia sempre più al centro, cercando costantemente il punto di equilibrio, un equilibrio in divenire! È come trovare l’arco più prossimo al punto di gravità nel movimento del pendolo, e in quell’arco agire.

Il nostro cuore è fonte di luce, così come lo è il cuore della Terra nucleo igneo che costantemente sprigiona fuoco vitale e alimenta la vita sotto e sopra la sua superficie, e anche il cuore della Galassia è un cuore pulsante che dà il ritmo all’evoluzione di stelle e pianeti. Istantaneamente possiamo entrare in questo suo respiro ogniqualvolta ci posizioniamo nel nostro centro, e ancora più facilmente quando un pianeta crea un allineamento tra la Terra e il Centro Galattico diventando ponte tra i due. La Luna lo crea ogni 28 giorni, il Sole una volta all’anno il 19 dicembre, poco prima delle festività natalizie, Giove ogni 12 anni, e via via fino a Plutone pianeta ai confini del sistema solare che lo forma ogni 250 anni circa. L’ultimo allineamento tra Terra, Plutone e Centro Galattico è avvenuto nel 2006 e ha aperto definitivamente il cancello di questa via maestra, da questo portale attivatosi con il grande allineamento del 2012, possiamo ora comodamente ricevere ogni informazione che dal cosmo giunge se solo ci sintonizziamo sulla giusta frequenza mentale, che non è quella che opera per l’ego ma quella che si attiva alla presenza del Sé, la frequenza del cuore.

Ma come fare per porsi in ascolto di quest’armoniosa sinfonia cosmica?

I nostri cinque sensi fisici non sono sufficienti a percepire questa ‘impalpabile Sostanza’ e occorre che noi attiviamo sia la loro controparte eterica, sia tutti e dodici i sensi di cui siamo a disposizione e che fanno parte delle nostre abilità percettive sebbene forse ancora addormentate. La favola della Bella Addormentata può dispiegarsi nel suo reale significato, e il bacio del Principe che la risveglia non è altro che il nostro desiderio e la nostra volontà di aprirci a queste nuove o rinnovate capacità.

Abbiamo visto in precedenza come Ariete, primo segno della sequenza zodiacale, sia il Senso dell’Io, proseguendo ora nella Ruota troviamo Toro e Gemelli. Questa è la triade di segni, Ariete Toro e Gemelli, che accompagnano la primavera, prima stagione che ci introduce nello spazio-tempo terrestre. Di cosa ha necessità un essere che qui viene alla luce? Egli ha bisogno di nutrirsi e di percepire lo spazio che gli è attorno, ecco quindi che a Toro ho attribuito il senso del Gusto e a Gemelli il senso dell’Udito. Queste sono due funzioni assolutamente necessarie, non solo per la sopravvivenza, ma soprattutto per il radicamento nella tangibile realtà che crea tutte le opportunità all’Io di crescere e svilupparsi nella sua specificità.

 

TORO – IL GUSTO

L’alimentazione è ciò che ci permette di crescere e svilupparci nel corpo in cui abbiamo scelto di incarnarci. Il nostro fisico contiene tutte le memorie preziosamente conservate in ogni sua più piccola cellula, è quindi scrigno e contenitore di antiche gesta che ci appartengono e che abbiamo lasciato in sospeso nel momento in cui siamo tornati alla dimora celeste. Cibandoci dei frutti di Madre Terra ridiamo vita al nostro passato, sia esso legato ai talenti, sia quello da riportare nel giusto equilibrio e dal quale spesso noi rifuggiamo. Attraverso il cibo entriamo sempre più in contatto con la nostra fisicità e abbiamo modo così di ancorarci e radicarci nel ruolo che abbiamo scelto per ottemperare al compito da svolgere come anime incarnate sulla Terra. Gustare la vita è ciò che ci aiuta ad assumerci la piena responsabilità di noi stessi, e sentire fisicamente il sapore del cibo è il primo passo per entrare in sintonia con il nostro destino, o in distonia quando per esempio ci alimentiamo di cibo-spazzatura. Mille sono i aromi, mille le loro sfumature che si sviluppano da alcuni sapori fondamentali quali il dolce, l’amaro, il salato, l’acidulo e poi ancora, speziato, piccante, ma anche liquido, denso, amalgamato poiché il sapore differisce anche per la consistenza del cibo. Ogni alimento di cui ci cibiamo viene dalla Terra che ci nutre con amore e senza mai risparmiarsi, produce spontaneamente le erbe che contengono principi attivi per guarire le nostre paure, la fatica fisica e le ferite emotive. Il sapore amaro di alcune erbe medicinali va a ripulirci da tossine accumulate per ‘amarezze’ vissute a livello emotivo che vanno ad immagazzinarsi a livello epatico, oppure il sapore un po’ acidulo del limone va a rendere alcalino il nostro ph se reso acido da pensieri, appunto, ‘acidi’ o da alimenti che lo rendono tale. Questi piccolissimi esempi ci inducono a considerare quanto il gusto ci renda più partecipi e presenti alle sensazioni ed emozioni che il corpo ci invia poiché ne solletica la nascita. Assaporare la vita è indicativo del fatto di aver superato il karma, di aver riequilibrato quelle memorie che ci legano a un passato di sofferenza e di conflitto. Aver sciolto tali catene ci rende liberi di gustare ogni cosa, un cibo, un pensiero, un paesaggio, una persona amica, un moto dell’anima, nella costante presenza di noi stessi e in piena sintonia con la nostra fisicità.

 

GEMELLI – SENSO dell’UDITO

L’organo che ci permette di udire gli stimoli che ci raggiungono dal mondo è l’orecchio, altamente complesso e finemente diviso in interno medio ed esterno, esso crea tre passaggi a cui deve sottostare ogni tipo di rumore per poter arrivare al cervello ed essere identificato. L’udito è il primo dei cinque sensi fisici a svilupparsi nel feto e a permettere il contatto con l’esterno, non poteva quindi che essere collegato a Gemelli, primo segno d’Aria nella sequenza zodiacale, governato da Mercurio-il-messaggero e addetto proprio alla comunicazione istantanea con l’esterno, non ancora filtrata da pregiudizi o sovrastrutture mentali. Nell’immediatezza percettiva del mondo esterno, l’udito bypassa la mente e ci pone a contatto diretto con ciò che ci circonda e, a seconda del tipo di rumore che ci raggiunge, siamo in grado di interpretare le condizioni in cui ci troviamo in quel preciso momento. I rumori della natura sono suoni armonici che rilassano i ‘muscoli’ del nostro mondo emotivo, il canto melodioso degli uccelli, il fruscio delle fronde accarezzate dal vento o il ritmico fluire delle onde, sono tutti rumori che ci aprono alla bellezza e ci procurano un benessere che si diffonde in noi come un elisir di lunga vita. Al contrario, il rumore stridente di un treno che frena in stazione o le sirene spiegate di un’ambulanza, oltre a infastidirci, colpiscono il nostro campo energetico come saette o lance acuminate e ci creano disagio, senso di paura e di allarme.

L’altra importantissima funzione dell’udito è quella che ci permette di comunicare con gli altri in un dialogo… che a volte diventa monologo quando parliamo ma il nostro orecchio ‘non vuole sentire’! ‘Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’, saggio proverbio popolare che ci insegna come il saper ascoltare sia fondamentale in un rapporto di comprensione di chi ci sta vicino e con cui condividere le nostre esperienze. Il glifo di Gemelli ben lo illustra, rappresentato con due linee verticali collegate tra loro.

Saper ascoltare è un’arte e spesso è cosa rara. Non si possono ascoltare le parole di un altro se in quel momento ci si occupa del suo abbigliamento o se si pensa già alla risposta da dare o ancora se ci si chiede se quello che si sta ascoltando sia degno di nota. Queste possono essere disposizioni d’animo legittime ma solo dopo aver ascoltato le parole dell’altro nel preciso istante in cui esse vengono pronunciate. Ascoltare è un atto d’amore totale e istintivo nel quale una persona si dà tutta alla parola di un’altra, rendendosi accessibile e soggetta a quella parola.

 

CANCRO e LEONE

   Immagini di grande fioritura emotiva percorrono i due segni Cancro e Leone, rispettivamente sedi della Luna e del Sole, i due luminari che determinano lo svolgersi del tempo terrestre, il dipanarsi in questa nostra dimensione tridimensionale e materica di tutto ciò che esiste in potenzialità nell’invisibile mondo delle Idee.

Sole e Luna sono le due lancette dell’orologio-Zodiaco. Il Sole rappresenta la lancetta delle ore che si muove di un moto costante nello svolgersi delle stagioni e che si sposta di un segno al mese. La Luna rappresenta invece la lancetta dei minuti e attraverso le fasi lunari, strettamente collegate al moto di rotazione e rivoluzione terrestre, essa produce la diversificazione delle forme viventi. I due luminari agiscono in simbiosi con la Terra e rappresentano, con ogni evidenza, l’evoluzione di ciò che entra nella densità terrena quando assume una fisicità e una tangibile consistenza.

Nella Ruota Zodiacale dei dodici segni, elaborata da una cultura che abitava la fascia temperata del Mediterraneo, Sole e Luna trovano la loro sede di ‘domicilio’ nei due segni rappresentativi del periodo estivo che inizia con il solstizio del 21 giugno, quando il Sole entra in Cancro segno governato dalla Luna. La stagione estiva prosegue poi con il Sole che passa in Leone dove l’astro solare vi si trova perfettamente suo agio, è nel suo regno poiché proprio dal Sole il segno del Leone è governato. È il solleone di luglio!!

L’entrata del Sole in Cancro il 21 giugno dà inizio alla stagione calda, il solstizio d’estate determina il giorno più lungo dell’anno e la notte più breve. Questo momento veniva festeggiato dalle antiche culture come un momento davvero magico, tradizione che è giunta fino a noi e proposta in chiave moderna dalla Festa di San Giovanni che cade al 24 giugno. Dal 21 al 24 giugno vi è la grande possibilità di connessione o meglio, di riconnessione, tra il Cielo e la Terra, tra le Entità che vivono nel mondo delle Idee e della Luce con noi entità terrene e con gli Elementali di Terra, esseri invisibili che rappresentano gli Spiriti di Natura. La parola ‘sol-stizio’ significa ‘il sole sta’ e, infatti, astronomicamente in questi tre giorni considerati magici dagli antichi, il Sole permane nella stessa declinazione, la massima di tutto l’arco dell’anno, e dal 24 giugno in poi inizia ad avere una declinazione sempre più bassa, pian piano accorcia il tempo diurno allungando quello notturno. Le notti e i giorni non sono quindi altro che la manifestazione visibile della stretta comunanza e il costante dialogo tra la Terra Madre e il Sole, grande Archetipo Solare che rappresenta il Padre Celeste.

Perché questo evento solstiziale benché sia legato al percorso solare e quindi all’Archetipo Maschile avviene in concomitanza con il Sole che entra in Cancro, segno prettamente femminile?

La risposta è da ricercarsi negli antichi tempi quando le acque sotterranee della Terra venivano ritenute ‘misteriche’, portatrici di preziose informazioni, incanalate e canalizzate dalle Sibille che le trasformavano in suggestivi messaggi verbali che si prestavano a svariate interpretazioni. Ogni Sibilla era ubicata in un luogo altamente energetico considerato un omphalos, un ombelico del mondo e, a stretto contatto con una fonte, da lì ella vaticinava abbandonandosi e lasciandosi ispirare dalla Luce.

In quell’atto la Sibilla perfettamente incarnava le nozze alchemiche tra maschile e femminile, le due forze ‘uguali e contrarie’ che in quel modo creavano dal nulla la realtà ispirata.

Il simbolo del Cancro, due spirali stilizzate di moto inverso una all’altra a rappresenta proprio queste due forze che si stanno unendo, mentre il simbolo del Leone, un ricciolo in movimento b rappresenta la scintilla di luce che genera, è il Sole che nel massimo splendore del solstizio d’estate entra in Cancro. E Cancro viene anche definito ‘la Porta degli Uomini’, il passaggio per l’incarnazione.

 

CANCRO – IL TATTO

Incarnarsi significa entrare nella carne e assumere una forma fisica nella densità materiale. Questa magnificenza è avviata dall’atto generativo tra maschile e femminile che avviene nell’utero materno dove si forgia il corpo in cui si compenetrerà l’Anima che ha deciso di nascere. Alimentato da un cordone aureo strettamente collegato all’ombelico, il nuovo essere fluttua nelle acque saline del liquido amniotico da cui è avvolto, che percepisce come un abbraccio in totale condivisione con il respiro materno.

Il trauma del cordone ombelicale in cui si deve abbandonare questo fluttuare in un mondo senza tempo e ci separa dal battito del cuore materno comunque scansione e certezza del divenire, può essere alleviato solo dal sentirsi toccati e protetti in un abbraccio che nuovamente avvolga. Dopo il primo respiro, il senso del tatto è quindi il primo senso attivo al momento della nascita, fondamentale per prendere possesso del nuovo veicolo fisico. Il tatto crea sensazioni differenti e svariate secondo ciò con cui veniamo in con-tatto. L’atto del toccare ci fa prendere consapevolezza che non apparteniamo più al Mondo delle Idee ma che abbiamo oltrepassato il velo che ci nascondeva al mondo visibile e che abbiamo assunto una specifica identità nella realtà tangibile. I miliardi di recettori sulla superficie cutanea si danno la possibilità di percepire tutte quelle sensazioni corporee di paura o di piacere che rimandano al mondo emotivo.

Dermatiti o problemi della pelle segnalano disagi interiori più o meno profondi legati soprattutto a un senso di abbandono che si sperimenta già dai primi istanti di vita quando non siamo accolti con tatto e amorevolezza.

Il contatto con i caldi raggi del sole ci danno gioia e benessere, quello con una fiamma che brucia ci incute dolore e paura. Possiamo sperimentare il tocco di una carezza o di uno schiaffo, sfiorare con garbo o afferrare con forza, per ognuna di queste esperienze si attivano emozioni diverse che passano comunque attraverso la fisicità. Il tatto è quindi uno dei sensi che ci permette di ricevere e dare amore perché ‘l’amore passa dalla pelle e si impara sulla pelle’.

 

LEONE – IL SENSO DELLA VITA

Questo è il segno della sede del Sole, astro glorioso che racchiude in sé il principio generatore e generante. Al Leone è abbinato il Senso della Vita che, come il Tatto, fa parte dei sensi corporei. Il Sole ci identifica poiché il nostro condizionamento biologico perfettamente rispecchia il momento stagionale e quindi la manifestazione che la natura promuove nel passaggio da un mese all’altro, da un segno zodiacale all’altro, e crea la matrice, la nota fondamentale su cui ci si accorda nello svolgimento degli eventi già potenzialmente presenti al momento della nascita.

Ogni segno zodiacale ha il suo condizionamento biologico legato alla necessità che la Natura ha in quel preciso momento del ciclo stagionale, ad esempio il Gemelli è il segno d’Aria che più degli altri ama una comunicazione veloce e leggera, fatta di brevi flash e poliedriche situazioni. Nel periodo stagionale in cui nascono le persone di questo segno la natura necessità del vento che trasporti ovunque i semi, i soffioni del tarassaco e dei pioppi o gli insetti che vanno di fiore in fiore ne sono una dimostraone. Oppure l’innata solidità emotiva dei nativi del Capricorno rispecchia la necessità della Natura di sostenere il freddo pungente dell’inverno in attesa dei successivi mesi più caldi. Le caratteristiche date da ogni segno secondo il periodo stagionale sono le fondamenta della personalità e creano la struttura in cui si compenetrerà l’Anima che in quel momento si incarna e che dà inizio al programma già destinato e stabilito prima di nascere. Il Senso della Vita ci parla di tutto ciò.

Comporre una melodia secondo accordi che risuonano con la nostra anima presuppone il fatto di avere un senso profondo della vita che si esplica attraverso il riconoscimento della precisa identità che abbiamo assunto in questa vita e delle sensazioni che da essa nascono, sia fisicamente che emotivamente. Non possiamo vivere la vita di qualcun altro né sostenere prove che non ci appartengono, saremo una fotocopia senza una consistenza né un proprio divenire. Chi siamo? Come percepiamo noi stessi in questo piccolo angolo di universo in cui stiamo vivendo? Da questo luogo, questo pianeta madre, grazie al Senso della Vita, siamo in grado di osservarci e osservare ciò che attorno a noi vive Scegliendo ciò che più ci nutre, ripopolando la nostra interiorità con sensazioni sempre più universali e applicarle nell’azione quotidiana ci aiuta e ci insegna a vivere sempre di più nel ben-essere.

 

Il Cancro è il segno della maternità e il suo condizionamento biologico è soprattutto alimentare amorevolmente, ‘liquidamente’ e quindi emotivamente. La Natura in quel periodo offre i suoi frutti più succosi e dolci, ricchi di vitamine e sali minerali utili ad alleviare il caldo estivo. Il Leone è invece il periodo della raccolta di grano e frumento che si conserverà per i mesi più freddi. Il suo condizionamento biologico è quindi la generosità nel dare con il cuore e anche il sentirsi centro di approvvigionamento, fisico ed energetico, centro attorno a cui tutto ruota.

A un livello successivo attraverso la conoscenza di se stessi che passa attraverso il contatto fisico e il senso della vita, i due segni zodiacali sedi dei luminari, assumono un significato molto profondo ed evolutivo. Cancro segno d’Acqua domicilio della Luna e Leone segno di Fuoco domicilio del Sole rappresentano le due vie di iniziazione femminile e maschile che gli antichi popoli percorrevano nelle loro ritualità misteriche. Acqua e Fuoco sono i due elementi senza i quali non ci sarebbe creazione, intersecandosi producono la magia generativa della luce che si condensa nelle forme viventi. In alchimia l’elemento Acqua è rappresentato da un triangolo con la punta verso il basso e il Fuoco da un triangolo con la punta verso l’alto, intersecandosi formano il Sigillo di Salomone, simbolo potentissimo che si apre sui tesori infiniti che l’Universo racchiude nelle sue eterne Leggi e secondo le quali noi tutti intoniamo la nostra melodia.

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VERGINE e BILANCIA

Per incanalare consapevolmente la forza e la potenza della nostra parte cosmica è necessaria una buona dose di armonica visione del mondo che deriva da un’accurata ripetizione di gesti, parole e azioni atte a radicare e costruire nella realtà concreta una griglia temporale che faccia da supporto a ben più arcane, indomabili e perennemente cangianti energie invisibili. Sono esse che governano il mondo! Imparare noi stessi a governarle ci conduce alla realizzazione del progetto della nostra Anima incarnatasi qui sulla Terra con quello scopo preciso. Il percorso è quello di passare dalla forza dell’ego alla potenza dell’essenza. Essere la propria luce è la meta finale.

I due segni, Vergine e Bilancia, compaiono nella ruota zodiacale come passaggio dalla stagione della luce alla stagione del buio. Nel momento in cui il sole passa da un segno all’altro avviene l’equinozio d’autunno che dichiaratamente avverte che da quel momento le giornate andranno ad accorciarsi e le notti ad allungarsi, il percorso del sole si abbassa all’orizzonte e la temperatura si raffredda. È il momento in cui la natura si chiude pian piano come in raccoglimento riflettendosi in se stessa e gustando la propria essenza. Effettivamente essa raccoglie le forze del potere generativo della terra e le traduce poi nel nuovo ciclo al momento dell’equinozio di primavera quando le giornate vanno nuovamente ad allungarsi e la vita manifesta nuovamente esplode, grandioso momento di compartecipazione e unione tra Padre Cielo e Madre Terra!. È questo passaggio stagionale che garantisce la ripetitività temporale del susseguirsi ciclico annuale, non modificabile da alcun intervento umano poiché comandato da movimenti planetari stabiliti a priori dalla Coscienza Cosmica, regista assoluto del divenire. L’importanza di questi due segni zodiacali appare dunque evidente e abbiamo compito di ben riconoscerne la valenza e la presenza in noi per essere in grado di assecondarne la loro benefica azione.

Con Vergine e Bilancia l’attenzione è rivolta ai dettagli e alla ricerca di perfezionamento per migliorare eventuali imprecisioni che inevitabilmente nel corso del processo creativo possono accadere. Lungi dal raggiungere la perfezione, il dettaglio imperfetto è ciò che garantisce alla vita la certezza del divenire e all’esperienza il suo profondo significato evolutivo. Paura di commettere un errore è immobilizzare il pensiero e cristallizzarsi a livello emotivo, ed è proprio questo processo di annichilimento della creatività che porta a vivere nel senso di colpa e di frustrazione. Ciò che noi definiamo ‘errore’ non è altro che l’armonia in cerca di se stessa!, ed è anche praticare e sperimentare l’indubbia bellezza della propria evoluzione.

E a servizio dell’evoluzione si pongono questi due segni che sembrano affievolire l’anelito verso l’infinito e il non conosciuto poiché entrambi, sebbene con attributi differenti, hanno la funzione di ristabilire il programma che di ciclo in ciclo deve essere svolto sia per il bene del singolo che per il bene comune. Per queste motivazioni si è attribuito il senso dell’auto-movimento al segno della Vergine e il senso dell’equilibrio al segno della Bilancia.

Nel tardo pomeriggio di una giornata soleggiata il gioco dei colori si fa più intenso e ricco di impensate sfumature in un perfetto equilibrio di luce e ombra che crea contrasti e affinità ogni volta differenti. Questo avviene anche in noi quando ci poniamo in riflessione della nostra fisicità in un equilibrato movimento che ci vede operare in uno spazio e in un tempo ben precisi dove ci posizioniamo quali protagonisti della scena. Eseguire una danza o un’asana, ma anche semplicemente camminare facendo un passo dopo l’altro in piena consapevolezza del movimento ci dà l’esatta percezione di ciò che siamo.

 

VERGINE – IL SENSO DEL MOVIMENTO

Invaghirsi del proprio corpo è cosa saggia quando ci permette di muoverci con dignità e coraggio in un tempo presente e……presenti a noi stessi! Il vero radicamento non è, come spesso si pensa, essere pratici e saper organizzare persone e cose secondo un’agenda giornaliera ma è ristabilire un contatto intimo con la propria fisicità. Il nostro corpo è il veicolo tramite cui operiamo nella realtà concreta ed è la somma di ciò che costantemente viviamo. Il cibo con cui scegliamo di nutrirci, i pensieri che veloci si susseguono nella nostra mente, la quiete interiore indotta da una profonda meditazione, tutto ciò plasma il nostro corpo che diventa il biglietto da visita quando ci presentiamo al mondo. Lise Bourbeau nel suo famoso libro ‘Le cinque Ferite’ descrive con dovizia di particolari come sentimenti di collera, umiliazione o rifiuto danno forma alla nostra struttura fisica. Ogni sentimento, ogni emozione che viviamo vengono registrati nelle nostre cellule e prendono forma e ‘corposità’ nel veicolo fisico di cui abbiamo preso possesso al momento della nascita. I miliardi di cellule che formano il nostro corpo hanno un’intelligenza propria, ognuno risulta possedere una sua specifica ‘mente cellulare’, ogni battito di ciglia, di cui siamo quasi del tutto inconsapevoli, ci dimostra che il nostro corpo ha un suo movimento autonomo che trascende la nostra mente, un’intelligenza, appunto, che si collega con la ricerca della bellezza e dell’armonia che sottostanno ad ogni manifestazione di vita. Siamo consapevoli di come siamo e di come ci muoviamo nello spazio?

Non è necessario essere persone che si dedicano alla danza o allo sport per imparare a coordinare i movimenti. Camminare, gesticolare, sedersi, assumere posizioni erette o supine, ognuna di queste azioni può essere ‘manovrata’ dall’interno e sintonizzata al nostro mondo percettivo ed emotivo. L’attribuzione del senso del movimento e dell’auto-movimento al segno della Vergine è quindi chiara e di facile comprensione. Astrologicamente è il segno che ha il compito di stabilire e stabilizzare in una rete efficiente e ‘ben oliata’ la microinformazione cellulare che deve costantemente avvenire affinché sia assicurato il buon funzionamento di tutte le nostre attività corporee e sensoriali. Noi siamo il nostro corpo, esso è il crogiolo dove costantemente avviene la magica alchimia trasmutativa che ci conduce dall’inconsapevolezza alla piena coscienza di noi stessi. È grazie al nostro corpo che trasformiamo la materia grezza di un ego non ancora allineato alla volontà divina nella luce meravigliosamente dorata dell’essenza che della volontà divina è portatrice.

E a proposito di movimento e salute ecco un suggerimento da attuare con le mani-Vergine : I movimenti che facciamo con la mano, o anche solo con un dito, e più particolarmente con il pollice, influenzano la nostra psiche. Esistono per questo numerosi esercizi, ma sarebbe già un bene che prendeste l’abitudine di praticarne due o tre.

Quando vi sentite invadere dalla stanchezza, chiudete la mano destra e, tenendo scostato il pollice, ruotatela a destra e a sinistra, poi muovete il pollice dal basso verso l’alto.
Per stimolare in voi la volontà di intraprendere un lavoro, iniziate stringendo il pugno, in modo da padroneggiare tutte le forze che sono a vostra disposizione. Tenete sempre il pollice all’esterno, ripiegato sulle dita: non tenetelo mai all’interno del pugno.

Un terzo movimento vi aiuterà a dominare le energie in voi e a dar loro una giusta direzione. Con il pollice e l’indice della mano sinistra toccate, l’una dopo l’altra, le dita della mano destra premendo leggermente dal basso verso l’alto.

Occorre prendere sul serio questi esercizi apparentemente insignificanti, ma così importanti per la nostra vita psichica. L’intero universo è infatti presente nelle nostre mani. Esse possiedono una sorta di trasformatori che possono metterci in comunicazione con le forze della natura, come pure con le gerarchie angeliche”. Omraan Michael Aivanhov

 BILANCIA – SENSO DELL’EQUILIBRIO

Il senso dell’Equilibrio è uno dei quattro sensi corporei, insieme al tatto, al senso della vita e a quello del movimento, che sono connessi con la volontà e permettono la percezione della propria interiorità.

L’Equilibrio è meravigliosamente descritto dalla figura del funambolo, metafora della vita umana in sospensione tra terra e cielo, paradiso e inferno, bene e male in un continuo fluttuare di azioni e reazioni prodotte dalla matassa a volte molto imbrigliata che riceviamo alla nascita e che poco a poco si svolge nell’esperienza quotidiana per formare il disegno della nostra vita.

Personaggio enigmatico è il funambolo, egli suscita una certa inquietudine poiché, sospeso in un vuoto, percorre un tracciato ben definito e predeterminato dal quale non può esimersi per sua libera scelta. La costante ricerca dell’equilibrio nell’azione è in questo caso fondamentale, richiede una grande volontà di rimanere nel proprio intento qualsiasi condizione o evento si presenti e la capacità di ricondurre anche il più insignificante stato emotivo nella calma interiore. Così è, o dovrebbe essere, il vivere: rimanere posizionati e presenti a se stessi in un movimento fluido e costante per procedere lungo il cammino della propria vita sviluppando sempre di più l’abilità dell’equilibrista.

La calma apparente di un indomito ardore o rancore controllato e l’anelito verso l’incognito mondo invisibile è ciò che pesa sui due piatti della bilancia, prevale uno o l’altro in una continua alternanza a seconda delle nostre reazioni alle opportunità che la vita ci offre come sfida per superare i nostri limiti.

Uomo dell’aria, tu colora col sangue le ore sontuose del tuo passaggio fra noi. I limiti esistono soltanto nell’anima di chi è a corto di sogni » così scrive Philippe Petit nel suo trattato sul funambolismo. Funambolo per passione, è divenuto molto famoso per la sua straordinaria impresa del 1974 quando ha compiuto la traversata delle Torri Gemelli del World Trade Center di New York. Philippe è nato il 13 agosto 1949 e dal suo grafico astrale si osserva che l’asse Ariete/Bilancia è ben sollecitato per la presenza di Luna e Nettuno che si fronteggiano. Sono due pianeti molto distanti tra loro per orbita ma profondamente affini per risonanza energetica poiché entrambi sperimentano le situazioni tramite la forza emotiva che proviene dalla parte più inconscia e ci permettono di dialogare con ciò che in noi non è razionale o legato a regole e schemi. Nel fronteggiarsi tra Ariete e Bilancia essi attirano quelle situazioni in cui è di vitale importanza portare alla luce ogni tipo di ‘paura del rischio’ che andrebbe altrimenti a scaricarsi su organi e funzioni vitali portando a patologie legate all’identità e al senso dell’io, uno dei dodici sensi che in un precedente articolo lo abbiamo collegato ad Ariete. Philippe ha compiuto l’impresa delle Torri Gemelli il 7 agosto 1974, giorno in cui la configurazione planetaria perfettamente rispecchiava quella del suo cielo di nascita.

     Bilancia è il segno che apre la sequenza del secondo semicerchio, è lo spartiacque tra Vergine che tramite il radicamento ci permette di calarci nel ruolo che abbiamo deciso di interpretare, e Scorpione segno che della trasmutazione, in quanto morte e rinascita, ne fa il suo vessillo. Bilancia crea un ponte sospeso tra questi due mondi, tra la materia e lo spirito, tra la parte terrena e la parte divina che in costante equilibrio armonico hanno a dialogare in noi per plasmare l’essere unico e irripetibile quali siamo.

 

SCORPIONE e SAGITTARIO

Nella fascia di clima temperato del Mediterraneo, dove ha avuto origine l’arte astrologica così come è ora impostata, la Ruota dello Zodiaco perfettamente rispecchia le trasformazioni stagionali della natura e, di conseguenza, le nostre di cui la più evidente è l’alimentazione poiché i frutti della natura contengono i principi nutritivi adatti al periodo specifico in cui maturano per offrirci il giusto apporto calorico, vitaminico e minerale che occorre per mantenerci in uno stato di salute e di benessere.

Dall’equinozio d’autunno, man mano che la declinazione del sole si abbassa accorciando le ore di luce, i colori della natura passano dalle tonalità del verde a quelle calde del giallo, rossiccio, arancione, alla fine di questo processo le foglie cadono e la natura si ritrova spoglia e disadorna.

Il mondo vegetale rappresenta il punto d’incontro tra terra e cielo. L’energia astrale e planetaria entra dalle foglie e raggiunge le radici dando nutrimento cosmico, e viceversa dalle radici sale la forza guaritrice della Terra Madre che si dona a noi attraverso i suoi frutti e si ricongiunge al Cielo Padre. Questo scambio sembra interrompersi nel periodo freddo quando la vegetazione si ritrae in sé, la natura appare silente, statica e non produttiva. Lo scambio tra cielo e terra prende altre vie perché la Terra ‘rientra’ in se stessa, nel suo cuore pulsante dove incontra poi, al solstizio d’inverno, il suo nucleo di luce. Questa via è come un tunnel buio che porta nella ‘sala del tesoro’, la stanza del Re che custodisce ricchezze immense da scoprire, riportare alla luce, da donare e da indossare per far sì che siano ammirate.

A questo ci invitano i due segni Scorpione e Sagittario, ad accendere il desiderio di conquistare quel tesoro che dimora in noi, di scoprire la nostra luce e illuminare con essa tutti gli eventi della nostra vita.

 

SCORPIONE – SENSO DELL’OLFATTO

 

Quale senso era assolutamente necessario avere nel corredo genetico ai nostri progenitori per addentrarsi nel buio in territori sconosciuti, luoghi dai contorni confusi e illuminati appena dal chiarore lunare? Ovviamente l’OLFATTO.

L’olfatto è legato alla nostra parte ancestrale, a periodi primordiali in cui l’utilizzo della corteccia non era così predominante. L’olfatto è connesso con il sistema limbico, deputato alla regolazione dei nostri affetti, e in particolare con l’ippocampo, in altre parole con la zona dei ricordi e della memoria.

Per i nostri antenati, prima che l’uomo diventasse sapiens e prima ancora, quando l’erectus ancora erectus non era poi così tanto, l’olfatto è stato uno dei sensi che ha assicurato a loro, e quindi anche a noi che oggi abitiamo la terra, di sopravvivere. L’olfatto ha permesso all’uomo, per lungo tempo, di orientarsi in un ambiente ostile: poter riconoscere la commestibilità del cibo, poter riconoscere e seguire le tracce delle prede da cacciare per sfamarsi, poter riconoscere nell’aria l’arrivo dei predatori o l’odore di un temporale in avvicinamento per cercare riparo ha permesso alla specie umana di sopravvivere. Tutti i mammiferi, ancora oggi, utilizzano il senso dell’olfatto, e prima dello sviluppo della neocorteccia non eravamo così diversi da loro.

Dice il Talmud (Berakhòt 43b): “l’olfatto è l’unico senso da cui l’anima trae piacere, mentre tutti gli altri sensi danno piacere al corpo. Inoltre, secondo i midrashim, l’olfatto fu l’unico senso a non essere stato coinvolto direttamente nel peccato dell’albero della conoscenza. Nel libro della Genesi si dice infatti che Eva “vide che il frutto era buono“, e che Adamo “ascoltò la voce della moglie“, e ovviamente, entrambi lo toccarono e se ne cibarono. Ma l’olfatto non ebbe un ruolo diretto in tutto ciò, e grazie a questo fatto il senso dell’odorato è il più spirituale di tutti i sensi. Esso permette di scoprire e di distinguere realtà molto sottili, del tutto nascoste agli altri sensi.

La kabbalà spiega che per poter creare i mondi Dio ha operato una restrizione, cioè ha velato e nascosto la Sua presenza all’interno dello spazio-tempo che avrebbe poi ospitato l’universo. Se così non fosse stato le creature finite non avrebbero potuto resistere neppure per un istante all’intensità della gloria del Suo splendore. Tuttavia la presenza della restrizione apre la porta a una serie di fenomeni negativi, quali il senso di mancanza e di bisogno, o peggio, l’incapacità di percepire l’esistenza di Dio, ma ciò è vero solo in parte giacché la restrizione non ha nascosto completamente il Divino. Nello spazio vuoto è rimasta un’impressione della Sua presenza, un qualcosa che, metaforicamente parlando, può essere paragonato al profumo.

Ed ecco che ciò che gli occhi non vedono e le orecchie non sentono viene invece riconosciuto dall’olfatto; pur non essendoci prove chiare, evidenti, logiche ed inconfutabili dell’esistenza di Dio, l’olfatto spirituale ne scopre il profumo, scopre la traccia della Sua presenza”.

È il profumo di rosa o di violetta che a volte alcune persone percepiscono quando sono in luoghi ‘alti’, dove sono avvenute apparizioni mariane o dove ha vissuto un santo.

Tutte queste descrizioni fanno parte della simbologia di Scorpione, un segno che è associato a novembre, mese in cui non vi è più traccia nella natura di uno scenario rigoglioso e ricco di frutti ma di una spoliazione, che diventa sostanziale nel momento in cui si inizia a percepire che esiste una realtà parallela, invisibile allo sguardo fisico ma ben presente agli occhi dell’anima. Ogni odore che percepiamo ci porta direttamente a contatto con il nostro mondo emotivo. Profumi intensi e inebrianti, delicati e soavi ci conducono in territori dell’anima, dove possiamo scoprire o riscoprire stati dell’essere che dilatano i sensi della coscienza e ci danno benessere; odori sgradevoli e acidi , acri e nauseabondi ci ricordano la fermentazione, la decomposizione e la putrefazione della materia animata, stato da cui spesso ci ritraiamo poiché inconsciamente ci ricorda che ogni cosa è caduca e che prima o poi subirà questa profonda trasformazione per morire e rinascere sotto un’altra forma. ‘Morire e rinascere’ è la chiave per comprendere il segreto della Vita, morire a noi stessi significa riconoscere e abbandonare le maschere di cui ci siamo ri-vestiti e ad ogni passo riconoscere sempre di più la luce che vibra in noi. Scorpione è il segno delle iniziazioni alla ‘seconda nascita’, la rinascita da noi cercata e voluta. Il glifo che lo rappresenta è molto descrittivo delle quattro fasi di questo processo prettamente alchemico, dove le tre linee verticali descrivono i tre passaggi che si affrontano per purificarsi e trasformarsi ( fasi nigredo albedo citrinitas), mentre la quarta linea che termina con una punta liberatoria rappresenta l’ultima fase, rubedo, in cui tutto è stato trasmutato in luce, rubedo è il fuoco vitale, l’oro prezioso e lucente.

E’ questo il processo a quattro fasi che accompagna la trasmutazione della materia, sia essa solida, sia essa immateriale di fine energia sottile come lo possono essere i nostri pensieri.

Cito i quattro passaggi aggiungendo la ” citrinas”, perché quattro sono le stagioni, l’età’ dell’uomo,e gli elementi naturali. I passaggi, o fasi dell’opus alchemico, comunemente erano appunto quattro: la nigredo o fase della materia al nero contrassegnata dal colore nero; l’albedo, contrassegnata dal colore bianco; la citrinitas contrassegnata dal giallo;
quella finale è la rubedo che corrisponde al rosso e all’oro o pietra filosofale. Alla nigredo corrispondono l’elemento terra, la notte, l’inverno, la vecchiaia e la morte, la malinconia. All’albedo l’elemento acqua, l’alba, la primavera, la fanciullezza e l’umore flemmatico. Alla citrinitas l’elemento aria, il meriggio, l’estate e la giovinezza.
Alla rubedo l’elemento fuoco, la luce limpida dell’autunno e del tramonto, la maturità e l’umore collerico e sanguigno.
Il collegamento con i quattro elementi è tecnicamente fondamentale: il passaggio dalla terra (stato solido) all’acqua (stato liquido) all’aria (stato aereo o vaporoso) e successivamente al fuoco (luce), segna le successive trasformazioni e sublimazioni della materia che progressivamente si smaterializza fino a raggiungere l’eterea e luminosa consistenza della pietra filosofale o Illuminazione. I collegamenti con le quattro stagioni, i quattro momenti del giorno e le quattro età dell’uomo suggeriscono la ciclicità dell’opus. Lutero vedeva nell’opus il simbolo stesso della resurrezione.

 

SAGITTARIO – IL SENSO DEL SUONO

La terza fase del processo alchemico, la Rubedo, è il rosso che espande calore e forza vitale. Il rosso è il colore che contraddistingue il Fuoco, elemento a cui appartiene Sagittario che ne sintetizza l’essenza profonda.

La punta dello Scorpione, scolpita dalla materia per forare le tenebre e rinascere alla luce, nel Sagittario diventa Freccia luminosa che si proietta nel cosmo infinito dove non esiste vuoto, ma ove tutto è Suono, suono primordiale della Parola Divina che prende consistenza e diventa solida materia attraverso la fisicità di sistemi galattici, di stelle e pianeti, e di noi esseri individualizzati, coscienti e consenzienti. La materia racchiude, o imprigiona, la potenza di questo Suono, e fintantoché non viene riconosciuto esso non può operare secondo la dialettica che porta dalla dualità all’unità. Vibra in noi e il più delle volte non ascoltiamo la musicalità della sua presenza costante, ma per poterlo riconoscere non possiamo fare altro che lasciarci da esso attraversare e liberarlo nelle emozioni, nei pensieri e nelle parole. Dopo essere usciti dalle tenebre che avvolgono la nostra coscienza, siamo liberi di ascoltare il suono della nostra anima che è stabilmente sintonizzato agli accordi celesti, così come lo è il pianeta su cui abitiamo, il cuore di Madre Terra vibra alla frequenza della Luce che altro non è che il Suono della Madre Cosmica, matrice di ogni forma di vita.

Sagittario è il ritorno alla nostra origine divina, nel linguaggio zodiacale questo è il segno del domicilio notturno di Nettuno, grande archetipo delle potenzialità senza confini, della magia che supera e governa la materia, pianeta che proprio in Sagittario fa la sua prima apparizione nella Ruota Zodiacale, come a confermare che prima di poter accedere direttamente alla bellezza e all’armonia delle sfere, occorre superare le precedenti otto tappe, o sfide, che la Vita terrena ci chiede di affrontare, spogliarci del superfluo, rinascere nuovi e senza quegli attaccamenti che ci mantengono nelle sabbie mobili dell’illusione.

 

CAPRICORNO e AQUARIO

Nel 2015 ci ha accompagnato una configurazione planetaria molto particolare formata da un quadrato e da un triangolo equilatero. I significati simbolici di queste due figure geometriche sono differenti uno dall’altro, il quadrato rappresenta la materia e il triangolo rappresenta il divino nel suo mistero di uno e trino, queste due polarità si compenetrano e vicendevolmente di alimentano. La casa, nostra abitazione qui sulla terra, ne è un esempio, alla forma quadrata dei muri si aggiunge la forma triangolare del tetto, dalle radici della Terra al cuore del Cielo. La dimora degli esseri umani non è sempre stata così, e l’evoluzione della sua forma descrive anche quella della natura umana.

La storia ufficiale dell’umanità inizia con i cavernicoli, che vivevano appunto nelle caverne, anfratti naturali che la natura offriva. Questi primi uomini inconsapevoli di se stessi erano un tutt’uno con la Grande Madre e nel suo grembo trovavano rifugio, l’utero-caverna li accoglieva. In seguito la costruzione delle prime capanne può essere visto quale effetto della simbolica espulsione dall’utero da parte della Madre Terra e come i primi passi dell’umanità infante. Agli albori non vi era alcuna conoscenza tecnica e nessun modello precedente a cui far riferimento, tutto veniva fatto secondo un atto istintuale dettato dalla matrice originaria della vita che permeava uomini e natura e che veniva resa manifesta attraverso forme simboliche archetipiche, le stesse che anche noi tuttora usiamo.

Le prime capanne avevano forma circolare. Il cerchio, fondamentale simbolo archetipico, rappresenta l’Uno, l’unità, la perfezione. Gli astrologi ben lo sanno: realizzare pienamente il potenziale individuale descritto all’interno del cerchio zodiacale significa riuscire a fare la sintesi tra cielo e terra, energia e materia, luce e buio, e fare propria questa bipolarità nella sua alternanza continua. Il tetto di queste primitive capanne era cuneiforme e disegnava un triangolo, forma tuttora predominante nei tetti delle costruzioni moderne a qualsiasi latitudine. Il triangolo con la punta verso l’alto è simbolo della spinta dell’uomo verso il Cielo. In astrologia il triangolo è la forma che deriva anche dal congiungere in sequenza i tre segni di uno stesso elemento. Denominato il grande trigono, viene considerato una forma di protezione rispetto agli eventi difficili e di aiuto nell’affrontarli. Man mano che l’uomo prendeva coscienza di se stesso come essere separato dagli elementi della natura, prendeva sempre più piede l’abitazione a forma quadrata ad indicare l’esigenza di ben radicarsi nel territorio. Il quadrato è quella figura geometrica che più simboleggia la materia, in esso vi si inscrive la croce che a sua volta determina le quattro direzioni cardinali, punti di riferimento di tutte le coordinate spazio/temporali. In astrologia la croce formata dai due assi dell’Ascendente e del Medio Cielo conferisce un’orientazione specifica al cerchio zodiacale altrimenti non orientabile proprio perché di forma circolare.

Congiungendo i quattro punti di intersezione dei due assi con il cerchio zodiacale si forma un quadrato, astrologicamente è definito il grande quadrato e come tale interpretato quale fonte di grossi ostacoli e impedimenti, elemento quindi di fissità e immobilità. Allo stesso modo le ‘quattro mura di casa’ determinano la nostra dimora stabile, il punto fisso da cui partire.

 

La Croce Cardinale rappresenta chi siamo, individua la nostra impronta genetica, la famiglia da cui proveniamo così come quella che abbiamo scelto di creare, lì vi è inscritto il nome di battesimo che dà voce alla nostra personalità, ad esempio, coloro che nel corso della vita decidono di cambiare nome per assumere uno pseudonimo hanno transiti molto significativi nel loro Tema Natale che toccano proprio i settori di questa croce. La triade dei segni d’Acqua rappresenta invece la nostra eredità spirituale e la nostra dimora stellare, tutti e tre imprimono questo sigillo celeste in ogni nostra più piccola cellula.

I moti planetari, incessantemente in divenire, vogliono indicarci la via per trasformare la nostra ‘casa’ abitazione dell’anima. E’ il nostro corpo fisico, dove la nostra anima alberga e dove essa trova dimora per poter radicarsi nella fisicità della vita terrena, che ora si apre a nuove vie di percezione interiore e profonda. Corpo e anima sempre di più ora si attraggono e desiderano diventare un unicum per agevolare questa espansione di coscienza che ci permetterà il dialogo diretto con i Fratelli del Cosmo. Per poter fare ciò è necessario andare oltre i confini dei cinque sensi fisici e attivare quei sensi che ancora non abbiamo consapevolmente conosciuto né usato e che da immemorabile tempo sono dormienti nella nostra memoria cellulare. I sensi umani di fatto sono dodici, già Rudolf Steiner li aveva classificati, e una classificazione è possibile farla anche attribuendoli ai dodici segni zodiacali.

 

Incamminiamoci quindi in questo percorso nuovo attraverso la Ruota Zodiacale e iniziamo il viaggio con i primi due segni dell’anno, Capricorno e Aquario.

Capricorno è un segno di Terra, ci accompagna nella parte centrale della stagione più fredda dell’anno e ci fa intravedere quanto di più luminoso e inesauribile esiste in noi: il nostro Nucleo di Luce. È al solstizio d’inverno, quando le giornate sono le più brevi dell’anno, che avviene il passaggio del Sole da Sagittario a Capricorno, ed è proprio in quei giorni che si onora la nascita di un bimbo speciale, figlio della divina luce, che si incarna nuovamente sulla Terra. Questo evento ci rimanda alla luce interiore che dimora nella nostra profonda essenza e ci suggerisce che, grazie ad essa, noi possiamo essere co-creatori della nostra realtà, maghi alchimisti che sanno operare per trasformare il piombo in oro purissimo, la pesantezza dell’ego in leggerezza luminosa del Sé. I tre Re Magi ben interpretano questa simbologia.

 

CAPRICORNO- IL SENSO DEL PENSIERO CONSAPEVOLE

 

Il senso legato al Capricorno è quello del Pensiero Consapevole poiché è solo attraverso la consapevolezza e la focalizzazione dell’energia mentale che noi diventiamo ‘maghi’ capaci di trasformare la nostra realtà. Quando la luce del cuore è allineata con l’attività della mente, ogni cosa può essere riprodotta secondo i nostri desideri e può far sì che la nostra vita si articoli secondo eventi evolutivi che vanno a migliorare la qualità delle nostre azioni. Capricorno ci focalizza su noi stessi e ci permette di aprire il varco attraverso la mente per giungere al nostro centro in cui vibra la nostra Verità, uniti cuore e mente, la nostra Anima scivola su questo tappeto d’oro e finalmente da lei siamo guidati. Da quel momento il pensiero non può che essere consapevole perché consapevolmente costruito e indirizzato.

 

AQUARIO – SENSO DEL CALORE

A Capricorno segue Aquario, segno d’Aria capace di distribuire l’energia facendo in modo che essa si espanda attraverso onde d’amore che partendo dal cuore sanno giungere ovunque. Aquario costruisce così la strada su cui il progetto del pensiero consapevole può viaggiare per arrivare al punto stabilito. Il senso del Calore è attribuibile a questo segno zodiacale così propenso a distribuire chiari desideri di libertà infondendo la certezza che……. nulla è certo! E’ solo con il calore di un cuore aperto che possiamo raccogliere l’invito a vivere il qui-e –ora e a giostrare il ciclo della nostra vita secondo il principio della mansuetudine, benevolenza acquisita dopo innumerevoli incarnazioni ed esperienze terrene. Senza calore non vi è possibilità di vera condivisione né di compartecipazione attiva a progetti comuni. Di fronte ad Aquario vi è il Leone, segno di fuoco attivo, sede del cuore che nel suo costante ritmo cardiaco pompa energia nel nostro sistema cardiovascolare per darci quella carica e quell’energia calorica necessaria alla vita. il senso del calore è quello che ci mette in comunicazione attiva e animica con il mondo esterno, persone, animali, tutta la natura, così come gli oggetti che definiamo inanimati, poiché anch’essi hanno proprietà e caratteristiche che producono onde di forma percepibili dal nostro campo elettromagnetico, giustappunto collegato al segno dell’Aquario.

Capricorno e Aquario sono astrologicamente governati entrambi dagli stessi due pianeti Saturno e Urano che insieme interagiscono per facilitare la nostra presa di coscienza e al tempo stesso il nostro desiderio di espansione percettiva di ciò che ci circonda. In questo periodo Urano, transitando in Ariete, frantuma e disgrega ciò che finora ci ha impedito di allargare lo sguardo su orizzonti più vasti, chiamando i nostri corpi sottili ad attivarsi.

Saturno, che ora sta transitando in Scorpione, aggrega la forma frantumata da Urano su nuovi livelli, evoluzioni del nostro DNA, che ci permetteranno di apprezzare e accogliere al meglio le nuove proposte che l’Onda di Vita ci farà.

Laura Bottagisio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Laura Bottagisio

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