Articolo apparso sulla rivista astrologica ‘Eco dei Feaci’ di maggio 2001
‘LA NOTTE STELLATA’ è uno dei più famosi dipinto di Vincent Van Gogh, realizzato un anno prima della sua morte. Proviamo ad analizzarlo attraverso il linguaggio astrologico.
La combinazione ARIETE/ASC CANCRO pone sempre il sole arietino in casa decima, quella del successo personale e della visibilità sociale. Il Tema Natale di Van Gogh presenta una casa decima superaffollata.* Nello spazio di poco più di 60° tra Pesci Ariete e Toro trovano infatti posto ben otto pianeti, sette dei quali in casa decima e uno, Nettuno, in nona, casa dei viaggi fisici e …metafisici.
Il peso energetico che si concentra nella casa più alta dello Zodiaco risucchia completamente l’opposta casa quarta alterando la dinamica e l’equilibrio della loro complementarietà.
Dei cinque pianeti veloci (Sole Luna Mercurio Venere e Marte che rappresentano la personalità) solamente Mercurio si aggancia ad un pianeta lento, Plutone, tramite congiunzione. Nettuno ha un largo sestile con Saturno e Urano è congiunto a Plutone. In parole semplici: sembra che tra i pianeti lenti e i pianeti veloci ci sia una sorta di abisso, uno scollegamento tra l’Io e il Sé. Mercurio congiunto a Plutone diventa il ponte che mette in comunicazione queste due sfere del microcosmo-io con il macrocosmo-dio (nel TN Mercurio è il pianeta più beneficato, congiunto a Plutone e trigono Giove/Luna in Sagittario).
Nella vita reale l’archetipo Mercurio si indentifica con il fratello Théo, di quattro anni più giovane, che si occupa di lui fino alla fine, aiutandolo economicamente ed incoraggiandolo nella sua attività di pittore. Théo diventa il punto fermo su cui poter sempre contare, è la sola persona che riesce a dare a Vincent una certa sicurezza affettivo-familiare e l’illusione di una tranquilla quotidianità.
Vincent inizia a dipingere attorno il 1880. Tutti i transiti di quel periodo sono favorevoli, insieme contribuiscono al coordinamento mentale e alla concretizzazione degli enormi stimoli mistico-emotivi di Nettuno natale in nona casa (i tre pianeti lenti transitano in segni di Terra: Nettuno è in Toro tra Urano e Saturno e sestile a se stesso, Plutone alla fine di Toro è sestile a Venere/Marte in Pesci, Urano-manualità dalla sua sede Vergine è trigono a Plutone. I due semi-lenti Giove e Saturno transitano in Ariete congiunti Mercurio e trigono Luna/Giove in Sagittario).
La sua tecnica e l’uso dei colori sono assolutamente originali e si distaccano dai canoni pittorici del suo tempo. Fin dalle prime opere traspare una certa inquietudine che diventerà sempre più evidente nelle opere successive fino a trasformarsi in ciò che viene definita ‘follia’. È nel giugno del 1889, l’anno prima della sua morte, che Vincent dipinge ‘La Notte Stellata’. Sarà poi ricoverato nella casa di cura di Saint-Rémy dopo essersi tagliato un pezzetto dell’orecchio sinistro a séguito di una furiosa lite con il suo amico Gauguin. La crisi psichica è grave e difficile da superare.
L’inquietudine è uno stato d’animo legato all’emotività. Più intense e incontrollabili sono le emozioni, più profondo è il senso di inquietudine che ne deriva. In Van Gogh la libido annega nell’infinito mare dei Pesci che trasforma la passione in una continua e viscerale simbiosi con le emozioni umane. (Venere e Marte sono signori della prima casa per segno Cancro e per cosignificanza Ariete e si trovano e in casa nona sui gradi di Nettuno; Nettuno in casa nona in Pesci è nel suo regno si trova sui gradi della Luna; Luna/Giove in Sagittario sono sui gradi di Nettuno). La configurazione dei pianeti nel Tema Natale è tale per cui i pianeti si scambiano vicendevolmente quegli stati mistico-emotivi che, se non filtrati dalla leggerezza di Mercurio e soprattutto dalla solidità di Saturno in Toro, sfuggono al controllo e il rischio di ‘allagamento’ psichico è concreto.
Nel 1889 il transito planetario indubbiamente ‘impegnativo’ di Urano annulla l’apporto positivo di Mercurio che abbiamo visto essere il pianeta-chiave che regge le fila. (Urano transita alla fine di Bilancia, sestile Luna/Giove e opposto a Mercurio). Il taglio netto di Urano colpisce le simbologie di Mercurio: l’amico Gauguin lo abbandona dopo una lite, si sente abbandonato dal fratello Théo che nel frattempo si è sposato e aspetta un figlio, infine si taglia un orecchio.
È in questo contesto che si inserisce l’opera che vogliamo analizzare.
Molti concordano nel dire che in questo dipinto le emozioni sono rappresentate in modo talmente intense da ‘uscire’ dalla tela e colpire l’osservatore in tutta la sua potenza. Non ci soffermeremo a descrivere i vari elementi pittorici se non in funzione dell’analisi astrologica.
ESTREMO MOVIMENTO è ciò che al primo impatto appare ai nostri occhi. È il transito di Urano opposto a Mercurio e sestile Luna natali che irrompe nella psiche smuovendone l’energia in ogni angolo più recondito. Tutto nel dipinto si muove, vibra, produce energia, si trasforma. La notte sembra essere il giorno, le stelle appaiono infatti come tanti piccoli soli irradianti nati dalla nebulosa centrale, elemento che imprime il movimento a tutta la scena.
La nebulosa richiama con molta chiarezza il simbolo del Cancro , segno dell’Ascendente e della casa prima che prosegue anche in Leone. È dunque l’Io che parla, l’Io-Sole continua riprodurre se stesso nel moto infinito a spirale voluto dalla nebulosa-cancro. La Luna stessa dipinta in alto a destra appare inverosimilmente luminosa per essere solo un quarto di luna, tanto da sembrare inglobata nel sole stesso.
I due luminari Sole/Luna, signori della prima casa Cancro/Leone, proiettano l’Io nelle immagini suggerite dalla simbologia dei segni in cui si trovano al momento della nascita, rispettivamente Ariete e Sagittario.
Il Sole in Ariete in casa decima, posizione poco consona alla natura arietina, è compresso da tutte le altre forze planetarie in mezzo a cui si trova, isolato e senza recuperi. Completamente offuscato non riesce a brillare. Per Van Gogh l’insistente riproduzione del simbolo del Sole diventa allora la liberazione del suo Io, anche se lo rappresenta in tanti piccoli Io come vuole il transito di Urano in opposizione a Mercurio natale, transito che suggerisce frammentazione e discontinuità.
La Luna natale è in Sagittario e la posizione in cui si trova nel dipinto è esattamente quella dove punta la freccia del Sagittario: in alto a destra. In contrapposizione, in basso a sinistra, spicca la figura di un cipresso, elemento prospetticamente in primo piano che dà profondità alla scena. Esso è concreto, tangibile, reale, affonda le sue radici nella terra e ci rimanda alla certezza di un divenire ciclico e sempre uguale a sé stesso, così come la Natura esige. Il cipresso rappresenta Saturno natale in Toro che nel TN assume un’importanza straordinaria nell’impedire, o meglio nel posticipare, la ‘follia’ sopraggiunta alla fine.
Tra Saturno 16°Toro e Luna 21°Sagittario sono racchiuse e si sviluppano tutte le forze planetarie, così come tra il cipresso a sinistra e la luna a destra si svolge tutta la scena del dipinto (una così evidente equivalenza simbolica può essere determinata dal fatto che sia la Luna che Saturno in queste due loro posizioni natali recuperano entrambi la loro posizione di trasparenza assumendone quindi tutta le loro forza occulta).
Un altro elemento che possiamo rivedere nel Saturno in Toro è il paese addormentato. Le case in pietra (Saturno) hanno contorni squadrati, così come squadrate sono le luci delle case. Il paese è l’unico punto statico rispetto a tutto il resto che è invece ondeggiante dai contorni curvilinei, dove perfino le fronde delle piante sembrano spuma delle onde del mare. Ed è il mare che meglio può evocare Nettuno natale in Pesci in casa nona. Il lato mistico e religioso di Van Gogh, causa dell’inquietudine che ha accompagnato la sua breve ma intensa vita, si sta trasformando fino ad uscire completamente da ogni limite e da ogni confine.
Nel dipinto due sono gli elementi che si protendono verticalmente verso l’alto e interrompono il ritmo orizzontale curvilineo di tutto il resto: il cipresso e il campanile (entrambi identificati in Saturno che nel TN è sestile a Nettuno in nona), ed è soprattutto la punta del campanile che con quel proiettarsi oltre le montagne e confondersi nella scia luminosa all’orizzonte, sembra voler ‘bucare’ il piano della realtà visibile per entrare in una realtà soprasensibile. Il protendersi verso l’alto è il desiderio della poderosa casa decima, ma anche della spinta nettuniana verso spazi inesplorati.
Nettuno di transito ha ormai concluso il suo passaggio in casa decima dove ha attivato tutti i pianeti lì presenti. Passando nella successiva casa undicesima (sua sede di esaltazione) si trova negli ampi spazi desiderati che la psiche non sa però controllare né contenere. Van Gogh muore il 28 luglio 1890 dopo essersi sparato un colpo di pistola (modalità suggeritagli dal suo Sole arietino).
Scriveva qualche anno prima in una lettera indirizzata al fratello Théo:
“Vorrei esprimere qualcosa che consoli come la musica, vorrei dipingere uomini e donne con quell’eternità il cui segno era una volta l’aureola e che ora noi cerchiamo nelle radiazioni, nello splendore dei nostri colori”. Vincent
Laura Bottagisio
*N.B. La tecnica di domificazione da me usata, quella di Koch, non è la più corrente. La più diffusa, quella di Placido, farebbe cadere Plutone Saturno e Urano in casa undicesima, mentre Luna e Giove passerebbero dalla casa quinta alla casa sesta. Lascio al lettore giudicare quale sia la migliore. Resta inteso che l’interpretazione si basa sulla metodologia di Lisa Morpurgo.