di Maria Filippone.
Il Novilunio in Pesci, verificatosi il 23 febbraio alle ore 16 e 33, racchiude in sé un grande compito, quello di traghettare al nuovo ciclo, in un momento così straordinario e particolare come questo. Sole e Luna si incontrano a 4° e 30” dei Pesci, prima decade, sotto l’egida di Nettuno. Nettuno, dal canto suo continua a diffondere la sua energia di trascendenza, stimolato e sollecitato da un lungo semiquadrato di Urano. Indubbiamente è il pianeta che contraddistingue l’epoca che stiamo vivendo: signore degli oceani, presiede alla cambiamento e alla trascendenza, quanto alla deformazione e alla dissoluzione. Ancora una volta il “terreno” che riceve l’emanazione farà la differenza. È una energia che va assorbita e resa simbiotica, perché è conclusiva di nuove e potenti vibrazioni, di cui abbiamo abbondantemente parlato. La congiunzione è sestile a Marte e Urano, che sono in trigono tra di loro, ottima spinta alle aperture verso cui saremo lanciati. Nel segno dei Pesci siamo nel momento di transizione, tra uno stato ed un altro, il ciclo precedente è finito, quello nuovo non c’è ancora. C’è la consapevolezza di dover chiudere un ciclo, bello o brutto poco importa, di questo ciclo passato sappiamo tutto. Purtroppo il divenire è indefinito, per questo è portatore di ansie e di incertezze. Tutti vogliamo cambiare ma, nel momento in cui il cambiamento è definitivo veniamo assaliti da dubbi e timori, eppure abbiamo operato tutti per arrivare a questo punto che, ormai, sappiamo essere un punto di non ritorno e l’unica cosa che possiamo fare è affidarci, seguendo il suggerimento di Nettuno, per lasciarci portare verso quel nuovo che abbiamo cercato e creato con pensieri e azioni precedenti. L’azione – Marte trigono ad Urano, ha preso forza e vigore e investe questo Novilunio con tutta la sua potenza, come direbbe Giulio Cesare “il dado è tratto”, non si può tornare indietro. È un momento di straordinaria energia volta a trasformare o meglio a trascendere, vocabolo che si addice ai Pesci e a Nettuno. La forma è giunta al limite ultimo, è richiesto il sacrificio di sé, per un principio più alto. Immolarsi per divenire strumento nelle mani dell’infinito e da qui essere proiettati verso il nuovo finito che inizierà nel prossimo novilunio. È un’energia fluttuante e sconfinata, siamo tutt’uno con gli altri esseri e tutt’uno con il cosmo, siamo un’egregora di luce e ombre da cui il nuovo nascerà. Secondo me ce la faremo, Giove sestile a Nettuno alimenta ottimismo e buoni propositi, oltrechè buone possibilità, attraverso cui questi propositi potranno attecchire, certamente la quadratura di Giove a Venere ci trova in un periodo in cui le preoccupazioni non sono mancate. In effetti la Venere in Ariete fa sentire la grande ferita dell’umanità, la difficoltà a riconoscere la propria unicità (identità personale – Ariete) e per questo maggiormente fragile. Ma è una cosa temporanea, un momento di minor resistenza. Mi preoccuperei di più del Mercurio in Pesci retrogrado che, a proposito di spirito di aggregazione, spinge a pensieri di ansie e paure indefinibili, che attanagliano e imprigionano la comprensione umana nel caos pescino, purtroppo tutti insieme appassionatamente… Forse però lo scopo è duplice, dobbiamo imparare a nuotare seguendo la corrente certo, ma ognuno guidato dalla propria rotta interiore, quella che la nostra anima ha scelta incarnandosi, mentre il canto delle sirene della massa ci richiama verso i vecchi schemi consolidati e sicuri.
Chi procede nel cammino dell’evoluzione però, sa bene che spesso sono le strade più difficili da percorrere quelle che aprono maggiormente gli orizzonti e spesso sono solitarie. Diciamo che è tempo di conciliare il nostro destino personale, con il fato collettivo ma, conciliare non vuole dire sottomettersi a questo, vuol dire semplicemente svolgere il tema che è per tutti con lo stile che ci contraddistingue dagli altri, utilizzando al meglio la nostra essenza ed i nostri talenti. Nel prossimo Novilunio, Mercurio si troverà ancora pressoché in questi gradi, ma in moto diretto, liberandoci da queste pastoie di ansie collettive e pronti all’apertura del nuovo ciclo zodiacale che inizia con l’Equinozio di primavera. Non nego che questi accumuli planetari siano difficili, nella grande congiunzione del 12 Gennaio è partita un’epoca nuova, in cui la vecchia struttura deve essere rigenerata, per via della vicinanza di Saturno (struttura) e Plutone (rigenerazione). Su questo non possiamo prescindere, questo novilunio lo ribadisce con il principio dell’acqua, quella primordiale che ci riporta alle memorie antiche della nostra immensità, ed intanto ci ripulisce energeticamente.
Maria Filippone 27 febbraio 2020
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