Il cuore pulsante di ogni cosa, di ogni cosa, si è ormai risvegliato e sta modificando l’onda di emissione. Nel suo cangiante sfavillio di colori sta cercando quella tonalità di luce che gli è propria per finalmente in essa compenetrarsi e di essa definitivamente vibrare. Meravigliosi sono i colori, permeati di invisibili particelle che li rendono ‘leggeri’ e luminescenti. Ogni essere senziente di questa sua nuova luce si nutre e liberamente lascia scorrere in ogni sua piccola cellula. Questo processo produce un impatto forte, a volte di grande dolore, con ciò che ancora in luce non è. Ma è di questo che ora vi è necessità per poter operare una scelta precisa, netta, senza remore né ripensamenti. Dove posizionarsi quindi? Nel cuore dell’Uno o nella frammentata dualità?
I pianeti ora questo ci dicono e ve ne sono due che più degli altri ci toccano da vicino, verso le sei del mattino, poco prima dell’alba, è ancora possibile vederli nel cielo. Già da qualche tempo stanno mettendo in scena una pièce di alto livello qualitativo ove viene rappresentato ciò che ora ognuno di noi sta vivendo nei rapporti quotidiani. Venere, visibile a est appena sopra l’orizzonte e Marte, visibile verso sud-ovest, formano con coloro che li osservano una curiosa, o conturbante, o stimolante triangolazione che opera per portare alla coscienza in modo sempre più evidente i nostri moti di attrazione/repulsione. Nel chiarore soffuso dell’alba prima di essere resi invisibili dalla potente luce del sole, i due pianeti brillano mostrandosi a noi e suggerendoci di far luce sui nostri desideri più veri, dar loro attenzione poiché solo così sarà possibile renderli concreti nella bellezza della condivisione.